• ESISTONO RIMEDI NATURALI PER LA CELLULITE?

    STILE DI VITA SANO E FITOTERAPIA PER COMBATTERE LA CELLULITEEsistono rimedi naturali per la cellulite?

    La cellulite è un inestetismo provocato da un’alterazione del tessuto sottocutaneo: in pratica si tratta di unaumento di volume delle cellule adipose (grasse) in zone specifiche del corpo come:

    • cosce;
    • glutei;
    • fianchi.

    Nello specifico, ogni persona ha un pannicolo adiposo, ovvero uno strato di cellule di grasso posto sotto la cute, che serve da riserva di energia per l’organismo. Le cellule di grasso possono ingrandirsi per vari motivi, tra cui:

    • a seguito di un’alterazione del sistema venoso e linfatico, che rallenta il flusso sanguigno verso gli arti inferiori;
    • a causa della ritenzione idrica, ovvero la stasi di liquidi nel tessuto.

    Possono essere individuate 3 tipologie di cellulite, che si differenziano in base allo stadio di avanzamento dell’inestetismo:

    • edematosa, caratterizzata da un ristagno di liquidi nei tessuti;
    • fibrosa, che si manifesta visibilmente sotto forma di pelle “a buccia d’arancia”;
    • sclerotica, caratterizzata da noduli induriti e dolenti e “pelle a materasso”.

    Ricordiamo che le compresenza di più fattori negativi può portare a un veloce peggioramento dell’inestetismo.

    COMBATTERE LA CELLULITE CON DIETA, MOVIMENTO ED ESTRATTI NATURALI

    Ritenzione idrica e cattiva circolazione possono quindi essere considerati, in un certo senso,tra i fattori scatenanti della cellulite.

    Per questo motivo, per prevenire o combattere la cellulite occorre adottare delle strategie in grado di agire su queste due “cause”, prime fra tutte alimentazione corretta e un po’ di regolare movimento.

    Un aiuto ulteriore può arrivare dall’assunzione di prodotti naturali specifici a base di estratti drenanti, per contrastare la ritenzione idrica, e piante utili per supportare il microcircolo.

    Nella formulazione di questi prodotti sono spesso sfruttati estratti di piante come:

    • mirtillo nero, rusco e ippocastano che possono supportare il corretto funzionamento del microcircolo;
    • ananas (gambo) e centella asiatica che possono contrastare gli inestetismi della cellulite e favorire il microcircolo.

    Ricordiamo che non esistono rimedi miracolosi in grado di eliminare la cellulite da un giorno all’altro (in particolar modo se l’inestetismo è presente da tempo e in una fase “avanzata”). L’assunzione regolare di integratori naturali specifici può comunque aiutare a ottenere buoni risultati sia dal punto di vista estetico che di benessere generale (la funzionalità del microcircolo è infatti fondamentale anche per combattere il senso digonfiore e pesantezza alle gambe).

    Fonte:Dr Giorgini.

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  • Cosa sono gli oli essenziali?

    Conoscere e sfruttare al meglio l’aromaterapia

    Gli oli essenziali sono sostanze altamente volatili, che proprio grazie a questa caratteristica raggiungono facilmente il nostro naso. Fluidi preziosi, dal dolce profumo, vengono estratti da molte varietà di piante. Il loro valore è sempre più apprezzato da ricercatori e medici (C. Valnet, Oli essenziali e aromaterapia, Rifreddo 2014).

    L’aromaterapia si basa sul principio che in ogni pianta sia contenuta un’“anima curativa”. Questa concezione secondo la quale dalle piante si possono estrarre sostanze volatili capaci di sostenere il benessere deriva da tradizioni antichissime.Cosa sono gli oli essenziali?

    Le benefiche proprietà degli oli essenziali possono essere sfruttate in diversi modi:

    • uso topico (massaggi, pediluvi, diluizione nella vasca da bagno). Per i massaggi, spesso gli oli essenziali vengono uniti a creme, lozioni neutre o oli vegetali;
    • diffusione ambientale, per purificare e profumare le stanze, o suffumigi/inalazioni;
    • uso interno. Alcuni oli essenziali possono essere anche aggiunti agli alimenti, per aromatizzarli, oppure ingeriti, diluendone qualche goccia in un cucchiaino di miele o mettendoli su una zolletta di zucchero.

    Ma qual è il meccanismo d’azione degli oli essenziali?

    Gli oli essenziali, volatilizzandosi a temperatura ambiente, stimolano le terminazioni nervose del naso che inviano un messaggio al sistema limbico (che presiede alla memoria e alle emozioni) e poi all’ipotalamo che regola il sistema ormonale.

    Per esempio, per far fronte ad alcuni fastidi alle vie respiratorie, è possibile trarre giovamento dall’olio essenziale di eucalipto che «favorisce la soluzione e l’espettorazione del catarro e nello stesso tempo calma l’eccessiva irritazione […] Nelle malattie dell’apparato respiratorio l’essenza viene utilizzata sotto forma di inalazioni, atomizzazioni, nella lampada per aromi…» (Suzanne Fischer-Rizzi, Profumi celestiali. Uso delle essenze naturali e loro azione su corpo e sulla mente, Tecniche Nuove, 2005).

    Un olio essenziale che si presta a svariati utilizzi è l’olio essenziale di lavanda , che può essere anche sfruttato per preparare piccoli sacchetti da mettere negli armadi per profumare la biancheria (può essere utile anche per tenere lontane le tarme, che detestano il suo odore).

    La gamma di oli essenziali è tuttavia molto ampia, così come i loro diversi utilizzi e ambiti d’azione e quelli forniti sono solo due semplici esempi.

    Dall’Antico Egitto ad Avicenna, fino ai giorni nostri: storia dell’aromaterapia

    Egiziani, Greci e Romani conoscevano già l’utilità degli oli essenziali, e li usavano non solo per l’imbalsamazione, ma anche a fini cosmetici e curativi, come si evince da alcune tavolette ritrovate nei templi di Esculapio (dio della medicina), ove erano incise alcune ricette di aromi medicinali!

    Il primo a descrivere in maniera più approfondita le proprietà degli oli essenziali fu il filosofo e medico Avicenna, mentre nel ‘500 Paracelso introdusse il termine in riferimento al concetto di “quintessenza” intesta come anima della pianta, la sua componente più sottile e purificata.

    Secondo la teoria e la pratica del celebre medico e alchimista, eliminando la materia più densa, la distillazione libera l’informazione energetica della pianta; l’olio che se ne ricava è quindi “essenziale”, capace di raggiungere la parte analoga dell’uomo: la sua anima e lo schema energetico che sostiene il suo corpo.

    Il termine aromaterapia venne invece introdotto negli anni ’20 da René Maurice Gattefossé, chimico francese che, studiando le applicazioni cosmetiche degli oli essenziali, notò importanti effetti dell’olio essenziale di lavanda sulle ustioni.
    Un altro francese, Jean Valnet, portò avanti l’impiego terapeutico delle essenze, utilizzandole anche durante la seconda guerra mondiale per medicare le ferite dei soldati riportate in battaglia.

    Fonte: Dr Giorgini. http://www.drgiorgini.it/blog/

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  • Portrait of beautiful young woman holding red heart against of forest

    La premessa da cui parte l’American Heart Association è che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità nelle donne americane. Poi guardando ai dati, possiamo dire che:

    • dal 1984 il tasso di mortalità annua per malattie cardiovascolari resta maggiore per le donne rispetto agli uomini.
    • Negli ultimi dieci anni, sono state riscontrate riduzioni della mortalità per malattie cardiovascolari nelle donne. La drastica riduzione dei tassi di mortalità nelle donne è attribuita a un aumento della consapevolezza, una maggiore attenzione alle donne e al rischio di malattia cardiovascolare, e ad una maggiore applicazione di trattamenti evidence-based per la malattia coronarica.

    Il documento pubblicato sulla rivista Circulation fa il punto sull’infarto miocardico acuto nelle donne, soffermandosi sulle differenze in termini di presentazione clinica, fisiopatologia, trattamento ed esiti.
    Un primo dato riguarda le innegabili disparità di trattamento che portano le donne ad avere esiti peggiori. Il secondo riguarda le minoranze etniche che risultano particolarmente a rischio di ‘discriminazione’. Infine, come se non bastasse, le donne inserite nei trial clinici su farmaci e dispositivi medici sono ancora poche.

    DONNE E CUORE: TUTTE LE CARATTERISTICHE AL FEMMINILE DELL’INFARTO IN TERMINI DI PRESENTAZIONE CLINICA, FISIOPATOLOGIA, TRATTAMENTO ED ESITI.

    • Valori elevati di pressione sanguigna, ovvero la presenza di ipertensione, rappresentano un fattore di rischio più alto nelle donne che non negli uomini, insieme al diabete che, se presente in una giovane donna, aumenta il rischio di malattie cardiache cinque volte più che in un giovane uomo.
    • La formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie è una delle principali cause di infarto, e può nelle donne vi è una maggiore possibilità che possano provocare danni.
    • I sintomi: sebbene il dolore toracico sia un sintomo comune nell’infarto, nelle donne sono molto più frequenti respiro corto, dolore alla schiena, alla mascella, nausea e vomito.
    • Il minore utilizzo di farmaci consigliati dalle linee-guida. Un dato che può essere spiegato considerando che le donne inserite nei trial clinici su farmaci e dispositivi medici sono ancora poche, le donne che effettuano la riabilitazione cardiaca sono meno degli uomini e, quelle che la effettuano, hanno minori possibilità di sopravvivenza rispetto agli uomini.
    • Le donne nere sono più soggette ad infarto, rispetto alle donne bianche perché più soggette a obesità, diabete e pressione alta.

    Le donne non possono ignorare questi dati e devono imparare ad affrontare nel modo giusto questo problema che le riguarda da vicino con caratteristiche specifiche di genere.

    DONNE E CUORE: QUALI CONSIGLI SEGUIRE?

    È fondamentale che le donne conoscano quali sono i giusti livelli di glicemia, colesterolo, pressione sanguigna, indice di massa corporea per stare in salute, in modo da imparare a tenere questi valori sempre sotto controllo.
    Perché essere informate significa imparare a condurre uno stile di vita sano, riuscire a prevenire questi disturbi o individuarli in tempo.

    Nella nostra farmacia puoi effettuare autoanalisi per la rilevazione della glicemia e tutto il corredo lipidico!

    Prevenire è importante!

     

    Fonte
    AHA Scientific Statement. Acute Myocardial Infarction in Women. A Scientific Statement From the American Heart AssociationPublished online before print January 25, 2016, doi: 10.1161/CIR.0000000000000351

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  • La nostra Rivista

    Da circa un anno abbiamo ampliato la nostra offerta formativa con l’introduzione della nostra rivista con la finalità di un costante rapporto con i clienti per informare su tematiche sanitarie e per presentare i nostri nuovi servizi e promozioni. In questa pagina potete consultare l’ultimo numero della rivista e tutti i numeri precedenti. Non ci resta che dire…Buona Lettura!

    Primavera 2019

    Inverno 2018

    Autunno 2018

    Estate 2018

    Primavera 2018

     Inverno 2017

     Autunno 2017

    Estate 2017

    Primavera 2017

     

    inverno

    Inverno 2016

     

    primavera

    Autunno 2016

    prima

    Estate 2016Immagine

    Primavera 2016

    rivista

     Inverno 2015

    rivista dicembre

    Autunno 2015

    rivista autunno

    Estate 2015

    rivista estate

    Primavera 2015

    rivista primavera2015

    Inverno 2014

    inverno2014

     

  • Osteoporosi

    osteoporosi19141014_mlDEFINIZIONE

    Condizione caratterizzata dalla progressiva diminuzione della densità dell’osso, con conseguente aumento della sua fragilità e suscettibilità alle fratture. In condizioni normali, la resistenza e la compattezza delle ossa è data dal loro contenuto in minerali ( come calcio e fosforo ). Quando questo diminuisce, a seguito di processi fisiologici o patologici, le ossa perdono di resistenza e compare l’osteoporosi.

    CAUSE

    La densità ossea diminuisce normalmente con l’età e l’osteoporosi spesso subentra con l’invecchiamento , in particolare nelle donne dopo la Menopausa, favorita anche dalla riduzione del livello di ormoni sessuali ( estrogeni ). Altre possibili cause di osteoporosi secondaria sono: l’immobilizzazione prolungata, l’Insufficienza renale cronica, i disturbi ormonali e l’assunzione a lungo termine di farmaci ( come i cortisonici e gli anticonvulsivanti ). Fumo, alcol, disturbi del comportamento alimentare ( Anoressia, Bulimia), ossa sottili per costituzione scheletrica, sono tutti fattori di rischio per la comparsa di osteoporosi.

    SINTOMI

    L’osteoporosi non produce sintomi fino a quando la fragilità delle ossa colpite non determina la comparsa di fratture cosiddette patologiche, che cioè avvengono in condizioni che solitamente non provocherebbe un tale danno all’osso . Particolarmente frequenti e pericolose sono le fratture del femore e dell’anca. Le vertebre indebolite possono collassare spontaneamente o a seguito di traumi minimi, determinando la comparsa di dolore intenso e improvviso o di un mal di schiena cronico.

    DIAGNOSI

    La diagnosi di osteoporosi è spesso accidentale, in seguito a radiografie eseguite per altri motivi. La mineralometria osseacomputerizzata (MOC), con apparecchio a raggi X (DEXA, radiodensitometria a doppia energia ) o con ultrasuoni, è l’esame utilizzato per misurare la densità ossea e valutare la presenza e la gravità della malattia. Vengono spesso associati esami del sangue per misurare i livelli di calcio e fosforo e degli ormoni coinvolti nel metabolismo osseo.osteoporosi-in-Italia-eta-sesso

    CURE

    Le donne in Menopausa a rischio di osteoporosi possono utilizzare la terapia estrogenica sostitutiva o il raloxifene ( un modulatore selettivo del recettori degli estrogeni ) per prevenire o bloccare la perdita di densità ossea. In tutti i tipi di osteoporosi, i farmaci appartenenti alla classe dei bifosfonati ( come alendronato, zoledronato, risedronato ), in grado di inibire il riassorbimento osseo, vengono utilizzati a scopo sia preventivo che terapeutico. Indicata in alcuni casi anche la calcitonina sotto forma di spray nasale.Recentemente, è stato introdotto in terapia l’ormone paratiroideo ( teriparatide ), con risultati incoraggianti.

    CURE ALTERNATIVE

    Per l’osteoporosi la fitoterapia propone, fra l’altro, pappa reale, equiseto, avena sativa, eleuterococco e olio essenziale di limone. Disponibili anche terapie omeopatiche.

    ALIMENTAZIONE

    La dieta deve essere ricca di calcio e di vitamina D, eventualmente ricorrendo anche ad integratori . Oltre ai latticini (considerati la migliore fonte di calcio), sono ricche del minerale anche alcune alghe marine ( kelp e dulse ), broccoli, cavolo verde, cime di rapa, tofu, fagioli, soia e crusca di grano.

     

    Fonte:Dica33.

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  • Il muco e la tosse

    L’AIFA INFORMA: “I FARMACI MUCOLITICI PEGGIORANO LE SINTOMATOLOGIE RESPIRATORIE E SONO VIETATI NEI BAMBINI DI ETÀ INFERIORE AI 2 ANNI”approfondimenti-48

    Il muco, la tosse e le varie affezioni respiratorie: gli accorgimenti più utili per evitarli e le valide alternative naturali per accelerarne la risoluzione, senza effetti collaterali, adatte a bambini ed adulti.
    Recentemente l’ufficio di farmacovigilanza dell’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, in seguito ad una revisione di sicurezza condotta sulla classe dei mucolitici sia per uso orale, sia rettale, ha pubblicato una Nota Informativa mettendo in luce i rischi collegati all’utilizzo di tali farmaci, in particolare nei bambini di età inferiore ai 2 anni. I principi attivi di sintesi coinvolti sono:acetilcisteina, carbocisteina, ambroxolo, bromexina, sobrerolo, neltenexina,erdosteina e telmesteina, contenuti in numerosi medicinali, per la maggior parte dispensati
    senza obbligo di ricetta. Questi farmaci hanno attività mucolitica e fluidificante e sono assai frequentemente utilizzati nel trattamento delle affezioni acute o croniche dell’apparato respiratorio, in adulti e bambini. Un’analisi dei dati francesi di farmacovigilanza ha messo in evidenza unaumento dei casi di ostruzione respiratoria e di peggioramento di patologie respiratorie nei bambini di età inferiore ai 2 anni trattati con tali mucolitici. L’AIFA, dopo aver revisionato i dati di sicurezza dei mucolitici disponibili sul territorio nazionale, a fronte di scarsi dati a supporto dell’efficacia di tali farmaci nei bambini di età al di sotto dei 2 anni e sulla base dei dati francesi, ha adottato un provvedimento restrittivo, attualmente in fase di implementazione, per vietare l’uso dei mucolitici nei bambini al di sotto dei 2 anni.
    Anche la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), raccomanda di «evitare l’uso di farmaci mucolitici nei bambini al di sotto dei due anni d’età, in presenza di sintomi di raffreddore e tosse». Sono notizie che fanno pensare! Ebbene sì, anche i farmaci mucolitici, ampiamente utilizzati per alleviare i sintomi dell’eccessiva produzione di muco respiratorio, sono dannosi per l’organismo e possono indurre seri effetti collaterali. Prima di addentrarci in quali sono le valide alternative naturali possibili, vediamo di capire come e perché il muco respiratorio, da efficace meccanismo di difesa delle vie aeree, diventa, fin troppo spesso, causa di patologie.
    IL MUCO e LA TOSSE Il sottile strato di muco che riveste la mucosa delle vie aeree è un efficiente sistema di difesa, ma, in determinate condizioni, può non essere sufficiente a respingere efficacemente la moltitudine di particelle inalate, esponendo al rischio di proliferazione microbica, di infiammazionee di irritazione della mucosa. Tra i fattori che più frequentemente incidono sulla funzionalità della mucosa ricordiamo il fumo, gli sbalzi di temperatura, l’inalazione di aria non adeguatamente umidificata, le polveri sottili e i gas irritanti presenti nell’atmosfera.
    Tutto ciò modifica il muco, rendendolo più viscoso, oltre ad alterare la funzionalità delle ciglia vibratili che rivestono la mucosa stessa, con conseguente diminuzione del battito ciliare e dell’efficienza drenante delle vie aeree. In queste condizioni la mucosa respiratoria può non essere più in grado di respingere la moltitudine di microrganismi con cui viene costantemente a contatto, esponendo al rischio di infezioni, più frequentemente virali e batteriche. Le conseguenze possono coinvolgere diversi distretti dell’apparato respiratorio, dalle altevie aeree (naso, seni paranasali, trombe di Eustachio, adenoidi nei bambini) sino alle mucose più profonde della trachea e dei bronchi, le cosiddette basse vie aeree. Oltre al raffreddore, il sintomo più comune è quello della tosse, che nasce come meccanismo riflesso di difesa, nel tentativo di liberare le vie respiratorie.
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    LATTE E LATTICINI: FATTORI ALIMENTARI CHE AGGRAVANO L’ECCESSIVA PRODUZIONE DI MUCO
    La modificazione reologica del muco delle vie aeree e il conseguente sviluppo di infiammazione, irritazione e dell’aumentata facilità alle infezioni è in relazione non solo con fattori esterni, ossia con la natura dell’aria inspirata, ma può essere anche favorita da elementi legati allo stile di vita, apparentemente senza collegamento alcuno con l’apparato respiratorio. Ci riferiamo in particolare all’alimentazione, soprattutto all’assunzione di cibi che, per la loro natura intrinseca e/o per la reazione che innescano nell’organismo, possono essere definiti “produttori di muco”.
    È ormai più che dimostrato che le mucose dell’organismo sono in costante comunicazione tra di loro; pertanto ciò che incide sull’una si riflette anche sulle altre. In particolare, la stretta relazione tra le mucose intestinale e respiratoria spiega la ragione per cui l’assunzione di alimenti che creano congestione e infiammazione intestinale si traduce anche nella difficoltà della mucosa respiratoria di assolvere al suo ruolo di drenaggio-pulizia delle vie aeree, con il conseguente accumulo di secrezioni che, in condizioni favorevoli, possono diventare terreno fertile per le proliferazioni microbiche.
    Sempre più evidenze cliniche dimostrano che l’assunzione di un alimento in particolare, il latte (e tutti i suoi derivati) si traduce nella tendenza a sviluppare secrezioni viscose in eccesso a livello della mucosa delle vie aeree. Latte e latticini sono veri “produttori di muco”, come evidenziato anche dall’autore Lorenzo Acerra nella sua ultima pubblicazione “Il mal di latte”, Macro Edizioni, di cui consigliamo vivamente la lettura. Latte e derivati sono alimenti da escludere dalla dieta dei bambini (ma non solo, anche degli adulti) che soffrono di problematiche respiratorie, soprattutto se croniche e recidivanti. Eliminare latte e latticini è dunque un passo importantissimo per evitare l’eccessiva produzione di muco e le affezioni respiratorie che ne conseguono. Inoltre, per accelerare la risoluzione delle affezioni respiratorie, la natura può essere di grande aiuto, in primis grazie alle straordinarie proprietà dell’Estratto di semi di Pompelmo.
    Fonte:Prodeco.

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  • Medicinali equivalenti: in una guida AIFA tutto quello che c’è da sapere

    L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha realizzato la guida “Medicinali Equivalenti – Qualità, sicurezza ed efficacia”, con l’intento di fornire a medici, farmacisti e pazienti uno strumento di rapida consultazione sui medicinali equivalenti. La guida è stata redatta dall’Ufficio Informazione Scientifica dell’Agenzia sulla base dei quesiti ricorrenti riguardanti questa specifica categoria di farmaci che vengono posti al Servizio Farmaci-line.FarmaciGenerici3
    “Il medicinale equivalente (generico) va visto” spiega nella prefazione il Direttore Generale dell’AIFA, Luca Pani “al pari di qualsiasi altro medicinale, in un’ottica di conformità ai requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia di cui l’AIFA è garante e come un’opportunità per liberare risorse economiche da investire nell’ingresso dei nuovi medicinali salvavita”.
    La pubblicazione affronta in maniera sistematica il tema, iniziando con un excursus storico sull’introduzione dei farmaci equivalenti nel sistema regolatorio italiano, avvenuta circa 20 anni fa. La guida ha l’intento di fugare i dubbi e le perplessità che ancora persistono rispetto a questa importante risorsa terapeutica e nel corso della lettura vengono sfatati molti dei preconcetti e dei “falsi miti” sugli equivalenti.
    Il punto di partenza è la definizione delle caratteristiche costituenti di un medicinale equivalente ovvero “un medicinale che, oltre a contenere nella propria formulazione, la stessa quantità di principio attivo, ha anche una bioequivalenza, dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità, con un altro medicinale di riferimento (meglio noto come medicinale “di marca” , “griffato” o “brand” ) con brevetto scaduto”. All’interno del documento vengono chiariti sia il processo che i requisiti necessari per far sì che un medicinale equivalente venga autorizzato e immesso in commercio.
    Uno degli equivoci più frequenti riguarda la terminologia utilizzata per descrivere i medicinali equivalenti, che spesso vengono chiamati “generici”. Il termine “medicinale generico” è la traduzione italiana della definizione “generic medicinal product” riportata nella Direttiva 2001/83, una traduzione letterale che è risultata piuttosto fuorviante. L’aggettivo “generico” viene infatti associato a un prodotto non sufficientemente specifico e possibilmente percepito come inferiore rispetto all’originale. Anche se con la Legge 149 del 26 luglio 2005 era stata di fatto sostituita la denominazione di “medicinale generico” con quella di “medicinale equivalente”, nel linguaggio comune spesso persiste l’uso, non corretto, della prima.
    Tra i focus contenuti in “Medicinali Equivalenti” rientrano quelli specifici dedicati ai requisiti di qualità,sicurezza ed efficacia di questi farmaci, che sono in tutto e per tutto identici a quelli previsti per le altre tipologie.
    “I dati ottenuti dall’uso consolidato del medicinale di riferimento” aggiunge Luca Pani “nel corso degli anni, consentono di delineare per questa tipologia di medicinali, un profilo rischio/beneficio più definito rispetto a quanto sia possibile per qualsiasi nuovo medicinale”.
    Vengono esaurite anche le curiosità relative al concetto di bioequivalenza tra due medicinali che è, in sintesi, la dimostrazione dell’equivalenza terapeutica tra due formulazioni contenenti lo stesso principio attivo. “Due medicinali sono bioequivalenti” si legge nella Guida AIFA “quando, con la stessa dose, i loro profili di concentrazione nel sangue rispetto al tempo sono così simili che è improbabile che essi possano produrre differenze rilevanti negli effetti di efficacia e sicurezza”.
    Infine una sezione è dedicata al costo degli equivalenti, che hanno un prezzo inferiore di almeno il 20% rispetto ai medicinali di riferimento. Nel documento viene spiegato che questa differenza è dovuta al fatto che le aziende produttrici di equivalenti non devono investire risorse nella ricerca sulla molecola, essendo il principio attivo già noto, e non devono condurre né gli studi preclinici né gli studi clinici per dimostrare l’efficacia e la sicurezza del medicinale nell’uomo.
    Fonte:Aifa.
  • Il raffreddore

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    Definizione

    Infezione di origine virale delle mucose di rivestimento delle vie aeree superiori ( naso, seni paranasali, gola ). Esistono più di 200 tipi di virus che possono causare il raffreddore : fra questi i più frequenti sono i rinovirus.

    Cause

    Il raffreddore è un’infezione estremamente contagiosa. Il contagio avviene per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e gli sternuti, o per contatto con superfici contaminate da secrezioni nasali infette ( specie le mani ). Particolarmente predisposti all’infezione sono i bambini, che non hanno ancora sviluppato una buona resistenza ai virus del raffreddore e i soggetti con deficit delle risposte immunitarie.

    Sintomi

    I sintomi tipici del raffreddore sono: sensazione di naso chiuso, gocciolamento nasale, starnuti frequenti e abbondante lacrimazione, a volte accompagnati da Mal di gola, Tosse, difficoltà nella respirazione e lieve aumento della temperatura corporea . Eventuali complicazioni ( piuttosto rare ) possono coinvolgere la trachea, l’orecchio e i bronchi, spesso a causa di sovrainfezioni batteriche.

    Diagnosi

    La diagnosi di raffreddore comune è basata sulla sintomatologia e generalmente non richiede esami di laboratorio. Un esame del sangue e una radiografia del torace possono essere eseguiti in caso si sospettino complicanze.

    Cure

    Non esistono farmaci specifici per la cura del raffreddore . Il trattamento è rivolto essenzialmente al miglioramento dei sintomi e si basa sul riposo al caldo e sull uso di decongestionanti nasali ( sotto forma di gocce o spray ),antistaminici e sciroppi per la Tosse . L’assunzione di aspirina non è raccomandata nei bambini sotto i 12 anni, perché può provocare lo sviluppo di una grave, anche se rara, malattia: la sindrome di Reye.

    Cure alternative

    Fra i rimedi fitoterapici, studi clinici hanno documentato l’efficacia dell’echinacea nel ridurre la durata e la gravità dei sintomi delraffreddore . Segnalati anche l’aloe vera, l’agrimonia e la salvia, che aiutano in caso di congestione e di febbre. Disponibili rimedi omeopatici e l’agopuntura.

    Alimentazione

    È importante assumere buone quantità di liquidi, per contrastare costipazione e disidratazione. Gli zuccheri raffinati vanno consumati limitatamente, poiché portano alla formazione di acidi nell’organismo. Evitare i prodotti caseari (che fanno aumentare e ispessire il muco ) e i grassi saturi, gli oli idrogenati e gli alimenti fritti ( che appesantiscono l’organismo debilitato e contribuiscono a far aumentare il muco ).
    Fonte: Dica33.
  • Mal di gola

    Definizione

    Infiammazioni di varia origine che colpiscono la faringe, la laringe e le tonsille.

    Cause

    La maggior parte delle infezioni della gola sono provocate da un virus o da un batterio ; tuttavia possono essere anche il risultato di un’irritazione locale dovuta anche all’ esposizione al fumo di sigaretta, agli inquinanti ambientali, alla polvere o all’aria secca invernale. Altre cause che possono contribuire a sviluppare questo disturbo sono un uso eccessivo della voce o la presenza di un ascesso nella parte posteriore della gola o nelle tonsille.

    Sintomi

    Le infiammazioni della faringe possono determinare prurito, dolore e difficoltà nella deglutizione. Una tonsillite può manifestarsi con macchie sulle tonsille, dolore nel deglutire e infiammazione alle orecchie, Una laringite può invece causare un temporaneo abbassamento della voce.

    Diagnosi

    La diagnosi viene effettuata dal medico. Quando si verificano faringiti o tonsilliti da streptococco , molto contagiose e persistenti, è necessario individuare il tipo di microrganismo responsabile dell’infezione alla gola, eseguendo un esame colturale che prevede il prelievo di un po’di muco dalla parte posteriore della gola attraverso un tampone .

    Cure

    Un’infezione da streptococco richiede una terapia antibiotica. Se viene esclusa un’infezione da streptococco, molto probabilmente l’infiammazione della gola è causata da un virus. In questo caso il trattamento antibiotico è inefficace ed è invece diretto a ridurre i sintomi dell’infezione.

    Cure alternative

    Echinacea e sigillo d’oro stimolano la funzionalità del sistema immunitario e aiutano a contrastare qualsiasi infezione. Le bacche di sambuco possiedono proprietà antivirali. L’aglio dotato di proprietà blandamente antibatteriche e inoltre sembra stimolare il funzionamento del sistema immunitario. L’estratto di foglie d’olivo è un ottimo agente antibatterico e antivirale. Consigliati anche agopuntura e omeopatia.

    Alimentazione

    In caso di infiammazione della gola un ghiacciolo di succo di frutta può essere un efficace ma temporaneo analgesico .