• Arnica

    Il fiore dell’Arnica, pianta protetta, è presente in Farmacopea e i suoi estratti sono comunemente utilizzati per applicazioni esterne su ematomi, contusioni e distorsioni, in quanto a triterpeni e flavonoidi in essi contenuti vengono attribuite proprietà antinfiammatorie e revulsive.

  • Betulla

    PROVENIENZA

    La betulla (Betula pendula) è una pianta perenne della famiglia delle Betulaceae.

    Originaria dell’Europa e dell’Asia settentrionale, in Italia è più frequente sulle Alpi dove a volte forma boschi puri. La Betula pendula (o Betula alba var. verrucosa) è diffusa dai Balcani all’arco alpino e in tutta l’Europa atlantica e l’Asia. In Italia è presente particolarmente in Piemonte (ove oggi si stimano oltre 20.000 ha di questa specie) e in Lombardia; si ritrova nell’Appennino settentrionale, in alcune stazioni isolate in Abruzzo, nell’Appennino campano e sull’Etna.

    Pianta arborea che può raggiungere imponenti altezze, presenta una chioma rada e leggera, espansa in verticale, con i rami terminali ricadenti. Il tronco è snello, se non è troppo vecchio, presenta una scorza bianca e sottile. 
Le foglie decidue, ovato triangolari, picciolate, verde chiaro sopra e sotto. 
I fiori maschili sono riuniti in amenti sessili, penduli; quelli femminili sono raccolti in spighe corte ed erette. I frutti sono delle infruttescenze cilindriche che a maturità liberano delle piccole samare provviste di un’ala membranosa.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Le foglie di betulla sono utilizzate in fitoterapia per le proprietà diuretiche e depurative, conferite dai flavonoidi, ossidi sesquitepenici, tannini (leucoantocianidine), Vitamina C, acido betulinico, clorogenico e caffeico, resine e olii essenziali.

    L’azione depurativa è coadiuvata da quella diuretica. L’incremento di emissione di urina facilita l’eliminazione dell’acqua e delle sostanze in eccesso, accumulate nell’organismo, come il colesterolo e gli acidi urici che provocano reumatismi e gotta. Per questo motivo la betulla è impiegata nella cura dell’ipertensione e della ritenzione idrica. L’effetto diuretico agisce anche in maniera preventiva rispetto alla formazione di renella e diventa una sorta di “lavaggio” antisettico nelle affezioni delle vie urinarie, come la cistite.

    La pianta inoltre è uno dei rimedi elettivi nella cura della cellulite, in quanto  aiuta l’eliminazione e la scomparsa dei noduli fibroconnettivali, caratteristici di questo inestetismo cutaneo.

    La linfa di betulla, conosciuta anche come Betula verrucosa linfa, da cui si estrae il gemmoderivato, contiene due eterosidi capaci di liberare per via enzimatica salicilato di metile ad attività analgesica eantiinfiammatoria.

    La linfa viene raccolta seguendo una tecnica particolare: all’inizio del mese di marzo, durante la montata primaverile, si praticano nelle betulle adulte, di preferenza sulla parte del tronco esposta a sud, alcuni fori a circa un metro da terra, profondi da due a cinque centimetri, leggermente obliqui verso l’alto, nei quali si introduce un tubicino da cui la linfa defluisce nei recipienti posti a terra. Un tronco di 50 cm di diametro fornisce in 4 giorni una media di 3-4 litri di linfa.

    INDICAZIONI

    La proprietà detossinante è rivolta al nostro sistema linfatico che utilizza la potente azione drenante della linfa dell’albero (che raggiunge i 30 m. di altezza) per depurare l’organismo da tossine in eccesso, che trattengono i liquidi: cure farmacologiche, terapie cortisoniche o ormonali, iperuricemia e ipercolesterolemia.
    Il migliore impiego terapeutico della linfa di betulla è quello riguardante il trattamento della cellulite, perché riduce nettamente l’impastamento e la componente dolorosa, ed elimina i liquidi ristagnanti nei tessuti.

    CONTROINDICAZIONI BETULLA

    Come per tutte le piante bisogna fare attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci che abbiano lo stesso effetto, per il rischio di potenziare l’effetto del farmaco, in questo caso non assumere con altri diuretici di sintesi.

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  • Centella

    Screenshot_20160209-165758~2PROVENIENZA

    La Centella è una piccola pianta erbacea originaria del Madagascar, diffuso anche nel Sud dell’Africa e nel sud-est Asiatico, dove sembra che sia utilizzata degli stessi animali selvaggi per le ferite. E’ chiamata anche erba della tigre.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    La pianta si è dimostrata priva di tossicità, sicura e clinicamente efficace nel trattamento dei disturbi da insufficienza venosa, varici, sindrome postflebitica. E’ stato tuttavia dimostrato che la parte della pianta utilizzabile ai fini terapeutici è la frazione dei triterpeni estratti dalle parti erbacee, mentre l’estratto idroalcolico e l’estratto secco totale della pianta hanno invece mostrato attività farmacologica sul Sistema nervoso centrale di tipo sedativo, simile al Diazepam, capostipite delle benzodiazepine. Ciò a dimostrazione che non tutto quello che è naturale può servire allo scopo da raggiungere: per garantire l’azione sul sistema venoso, e solo su quello, è indispensabile quindi purificare l’estratto e isolare i triterpeni dal resto dei costituenti, che possono presentare effetti non desiderati.

    I costituenti presenti nelle foglie sono: glucosidi triterpenici (saponine), al cui gruppo appartiene l’asiaticoside, l’acido asiatico e madecassicoside, polifenoli, sali minerali e vitamine, olio essenziale, fitosteroli.

    La frazione dei triterpeni estratta dalla Centella è presente in specialità farmaceutiche registrate ed in alcuni fitoterapici specifici per il distretto venoso e per la cellulite.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    In passato utilizzata topicamente per le sue proprietà eudermiche, e per il trattamento di alcune malattie dermatologiche quali la psoriasi.

    La Centella attualmente è ritenuta una pianta medicinale, conosciuta nella sua composizione chimica, ampiamente studiata dal punto di vista farmacologico , tossicologico e clinic, tanto che è presente pure in Farmacopea Ufficiale e disponibile anche come specialità farmaceutica registrata.

    In Europa è tuttavia ancora apprezzata come flebotonico, per la cura di insufficienza venosa ed emorroidi. Per l’attività eutrofica esercitata sul connettivo, i triterpeni estratti dalla pianta sono indicati nella cura della cellulite, sia in pomata, sia per via generale, sia in mesoterapia. E’ infatti dimostrata una diminuita evoluzione verso la sclerosi dei fibroblasti, così come utili per la prevenzione di cicatrici ipertrofiche e di ulcere varicose e ragadi anali.

    Il meccanismo d’azione dimostrato è l’incarnamento nella struttura del collagene di due amminoacidi, l’alanina e la prolina, con aumento della stabilità del tessuto connettivo della parete venosa.

    Contrariamente a quanto ritenuto dalla medicina popolare, non ha efficacia nei pazienti affetti da lebbra, così come nei soggetti affetti da impotenza.

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  • Calendula

    PROVENIENZA

    La Calendula, chiamata anche Fiorrancio, in virtù del colore arancione dei fiori, è una piccola pianta erbacea che cresce spontanea nelle nostre campagne e più spesso coltivata a scopo ornamentale.

    La parte utilizzata a scopo medicinale è costituita proprio dal fiore, mentre le foglie sono addirittura inserite nella lista negativa della Commissone Europea tedesca.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Numerosi sono i costituenti chimici isolati nelle varie parti della pianta, e molte sono le pubblicazioni scientifiche al riguardo:

    – Triterpeni pentaciclici;

    – Flavonoidi e polissacaridi;

    – Carotenoidi, licopene, calendulina, luteina e xantofille;

    – Olio essenziale ricco in terpeni;

    – Fitosteroli e mucillagini.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Soprattutto a carico della componente polissacarida è stato dimostrato l’effetto immunostimolante.

    Importanti sono le conferme sperimentali dell’attività antiinfiammatoria della cute e sulle mucose, a carico della componente non saponificabile, flavonoidi e mucillagini. Alcuni estratti idroalcolici inoltre riducono sperimentalmente l’edema provocato da carragenina o da croton oil.

    Esistono lavori scientifici che confermano anche l’utilità di medicazioni con estratti di Calendula (unguento al 5%) per favorire l’epitelizzazione di ferite chirurgiche.

    I caroteni precursori naturali della vitamina A, esercitano un documentato effetto prottettivo nei confronti dei danni da radiazione ultraviolette, favoriscono il trofismo della pelle e contribuiscono a migliorarne l’abbronzatura.

    Mentre numerosi sono i lavori sperimentali finora condotti, particolarmente carenti sono invece gli studi clinici condotti con estratti o costituenti della Calendula, assunti per via orale.

    Le indicazioni della medicina popolare riguardano prevalentemente l’uso come:

    – Antispastico;

    – Antiemorragico;

    – Favorente le mestruazioni.

    INDICAZIONI

    La Calendula in passato è stata consigliata come rimedio per i soggetti affetti da ulcera gastrica, dismenorrea, amenorrea ed epistassi, emorroidi ed eczema, linfedema e congiuntivite. Tutte queste indicazioni rimangono tuttavia a carico unicamente della medicina popolare: i consigli per l’uso di estratti di Calendula per via orale come tradizione vuole, sono privi di qualsiasi riscontro scientifico e privi oltre tutto anche di dati circa la loro sicurezza di impiego (effetti collaterali, controindicazioni, interferenze farmacologiche). Possono essere responsabili di reazioni allergiche.

    Per la Calendula rimane quindi indicato soltanto l’uso per via esterna (cute, cavo orale, vagina).

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  • Curcuma

    PROVENIENZA

    La Curcuma è una pianta tropicale, originaria dell’India, apprezzata nei secoli soprattutto in cucina come aromatizzante e digestivo, tra l’altro utilizzata per la preparazione del curry. E’ una pianta rizomatosa, anche ornamentale, con caratteristici fiori gialli come del resto gialla è la stessa radice. E’ chiamata anche lo zafferano dell’India.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    I costituenti tipici del rizoma sono amidi e fibre, sostanze coloranti appartenenti al gruppo della curcuma (curcuminoidi), olio essenziale, ricco in derivati terpenici, e flavonoidi.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Nonostante la medicina popolare e la tradizione erboristica occidentale conoscano ed utilizzano il rizoma di questa pianta come coleretico e colagogo, in realtà le proprietà farmacologiche dello stesso, da riferire essenzialmente alla curcuma sono:

    – Attività antiinfiammatoria;

    – Antiossidante;

    – Immunostimolante.

    Importanti e degne di nota l’attività antiossidante e quella antiinfiammatoria per inibizione della cicloossigenasi e delle lipoossigenasi esercitate dalla curcumina, dimostrate sperimentalmente e clinicamente in pazienti con artrite, contro fenilbutazone e pacebo.

    Altri studi di farmacologia sperimentale e clinica confermano l’attività antimutagena ed anticancerogena della Curcuma, probabilmente per l’effetto antiossidante oltre che per interferenza sul metabolismo dell’acido arachidonico. Inutili invece dal punto di vista clinico l’attività antiretrovirale della curcuma, dimostrata solo sperimentalmente.

    INDICAZIONI

    Le indicazioni comuni all’impiego di estratti di curcuma sono rappresentate da dispepsia funzionale, calcolosi della colecisti, dispepsia biliare, epatopatie croniche, malattie infiammatorie e degenerative croniche. Utile nella prevenzione dei fenomeni della cancerogenesi.

    La preparazione consigliata a scopo terapeutico è l’estratto secco ottenuto dal rizoma, standardizzato al 90-95% in curcuminoidi. La posologia media giornaliera va da 50 a500 mg.

    La Curcuma Longa entra a far parte anche di numerose specialità medicinali registrate e fitoterapici.

    Nel Formulario galenico nazionale è presente la Zedoaria, Curcuma Zedoaria Roscoe, mentre la Comissione E tedesca del 1990 aveva definito anche una monografia sulla Curcuma di Giava (Curcuma xanthorrhiza Roxburgh), originaria dell’Indonesia, meno ricca in curcumina rispetto alla Curcuma Longa.

    Cautela deve essere usata nei pazienti affetti da ulcera peptica.

  • Menta

    PROVENIENZA

    La Mentha piperita è un ibrido ottenuto da  Mentha longifolia, Mentha rotundifolia e Mentha aquatica. E’ utilizzata anche in gastronomia, la pianta fornisce materia prima soprattutto per l’industria liquoristica, in quanto gli estratti ottenuti dalle foglie esplicano attività “eupeptica”, cioè favoriscono la digestione, e come tali entrano nella composizione di numerosi amari. Le foglie infatti, oltre a flavonoidi, acidi fenolici e triterpeni, contengono un olio essenziale che rappresenta il cuore dell’estratto dal punto di vista farmacologico, costituito per la maggior parte da mentolo (35-55%) e mentone (10-35%).

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Prevista dalla Farmacopea Ufficiale in due monografie (una per le foglie ed una per l’olio essenziale) la Menta entra come correttore del gusto in numerosi alimenti, tisane,preparazioni galeniche e farmaci, anche se la medicina popolare la identifica come il rimedio digestivo per eccellenza. La ricerca scientifica ha tuttavia fornito una serie di informazioni preziose per definire il contenuto, le attività biologiche e le indicazioni terapeutiche, riconoscendole un ruolo di pianta medicinale a tutti gli effetti.

    Improvvisamente considerata come “tonico” del Sistema Nervoso e quinid uno psicostimolante, in realtà alla Menta sono state riconosciute le seguenti proprietà farmacologiche:

    • Attività antispastica sulle cellule muscolari lisce dell’apparato digerente e respiratorio;
    • Attivita decongestionale e balsamica, cioè fluidificante le secrezioni dell’apparato respiratorio.

    INDICAZIONI CLINICHE

    • Turbe digestive funzionali;
    • Colon irritabile,
    • Affezioni cattarali delle vie aeree e del distretto orecchio-naso-gola.

    Esistono numerosi studi clinici che confermano gli effetti positivi dell’olio essenziale di menta in soggetti affetti da colon irritabile. L’olio essenziale di Menta può essere vantaggiosamente utilizzato anche nella patologia del distretto epatobiliare, con particolare riferimento alle discinesie della colecisti ed alla calcolosi biliare, per il moderato effetto coleretico e per l’attività antispastica che esercita anche sullo sfintere di Oddi, favorendo il deflusso della bile attraverso il coledoco.

    Non trova invece alcun conferma l’impiego in casi di insonnia o altri disturbi neuropsichici (astenia psicofisica ecc.).

    Per uso esterno la Menta viene comunemente utilizzata come aromatizzante e rinfrescante in molti dentifrici, cosmetici e farmaci (creme per l’insufficienza venosa, cellulite, dermatiti pruriginose) oltre che per preparazioni galeniche, anche per sfruttare l’azione analgesica ed antipruriginosa del mentolo (talco mentolato, frizioni anticefalalgiche ecc.).

    Un altro impiego topico è rappresentato dalle inalazioni con infuso, o meglio olio essenziale, oppurtamente diluito e prescritto dal medico. L’olio essenziale è ben tollerato anche dai soggetti affetti da ulcera peptica, per i quali anzi costituisce anche un complemento terapeutico.

    CONTROINDICAZIONI

    Nei pazienti affetti da ulcera peptica è invece controindicati la tintura e l’estratto fluido.

    In letteratura sono riferiti casi di peggioramento nei soggetti affetti da esofagite da reflusso, non sono riferiti effetto tossici a carico dei reni o del fegato. Il mentolo puro, ad alte dosi, può essere neurotossico, ed è controindicato nel favismo.

    Fonte: “Le cento erbe”, Fiorenzuoli.

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  • Eucalipto

    Screenshot_20160209-182942~2PROVENIENZA

    L’eucalipto è un grande albero originario come la Malaleuca del continente australiano, ma oggi diffuso ovunque, a scopo ornamentale, oppure coltivato a scopo propriamente officinale.

    La parte utilizzata a scopo medicinale è rappresentata dalle foglie fresche, contenenti polifenoli, ad un olio essenziale particolarmente ricco in eucaliptolo (o 1,8 – cineolo), un ossido che ne costituisce circa l’80%, ed altri derivati terpenici.

    Le foglie di eucalipto e la sua essenza sono tra l’altro presenti in Farmacopea Ufficiale.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE 

    E’ il prototipo dei rimedi fitoterapici ad attività balsamica, fluidificante delle secrezioni catarrali dell’apparato respiratorio e sedativa della tosse. Possono essere utilizzate le foglie direttamente nell’acqua bollente per suffumigi, ma più propriamente l’olio essenziale, in specifiche preparazioni farmaceutiche ad uso esterno o per via orale, in capsule, o soluzioni liquide. L’olio essenziale  deve tuttavia essere prescritto dal medico, perché come tutte le essenze ha un basso indice terapeutico e quindi, puro, non dovrebbe essere di libera vendita.

    L’olio essenziale di Eucalipto, tuttavia, è presente in molte specialità farmaceutiche registrate, in forma di supposte, sciroppi, compresse, unguenti balsamici e gocce nasali.

    Per ciò che concerne la proprietà microbiologiche dell’Eucalipto, dobbiamo felicemente registrare e segnalare un recente trial clinico randomizzato che ha dimostrato come chewin gum contenenti un estratto di eucalipto riducesse in modo significativo la placca dentaria.

    INDICAZIONI

    L’Eucalipto viene tradizionalmente indicato come rimedio per il diabete. E’ vero che sperimentalmente ha ridotto l’iperglicemia in topo sovrappeso, ma occorrono ulteriori studi clinici condotti sull’uomo. I metodi estrattivi utilizzati per ottenere i vari estratti confermano infatti la presenza di numerosi principi attivi.

    L’Eucalipto potrebbe rappresentare una potenziale risorsa come supplemento terapeutico per il paziente diabetico.

    CONTROINDICAZIONI

    Attenzione deve essere posta nell’uso prolungato, in quanto induttore enzimatico. Il suo uso esterno inoltre (aerosol ecc.) può essere irritativo. I dati di un recente lavoro dimostrano infatti che oli essenziali ad alte concentrazioni possono ridurre in vitro l’attività ciliare delle cellule della mucosa respiratoria non protetta dal muco.

    Fonte: “Le cento erbe”, Fiorenzuoli.

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  • China

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    PROVENIENZA

    La China è un albero abitualmente coltivato nelle regioni meridionale di Asia, India ed Indonesia e regioni centro-meridionali dell’Africa.  Può anche superare l’altezza di venti metri, e viene coltivata proprio per la raccolta della corteccia, la parte della pianta ricca in principi attivi.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    E’ abitualmente utilizzata la corteccia della China rossa, perché è la varietà nella quale gli alcaloidi prevalenti sono la cinconidina e la cinconina piuttosto che chinidina e chinina, l’alcaloide certamente più conosciuto, se non altro per motivi storici. L’altro gruppo di costituenti chimici utilizzabili è rappresentato da tannini e da glucosidi triterpenici (amari) simili a quelli presenti nell’Uncaria tomentosa,  che appartiene tra l’altro alla stessa famiglia delle Rubiacee. La corteccia di China è presente anche in Farmacopea Ufficiale, la quale prevede un titolo di alcaloidi non inferiore al 6,5 %.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    La China gialla (Cinchona Calisaya Wedd) è utilizzata per l’estrazione della chinina, perché tra tutte le varietà è quella con il maggior contenuto, mentre la China grigia (Cinchona Officinalis L.) è quella più impiegata dall’industria liquoristica. La China infatti costituisce un vero e proprio liquore, così come l’Assenzio è l’anima del vermouth. Del resto nella stessa medicina popolare la China viene ricordata come rimedio aperitivo e digestivo, sotto forma di tisana o di estratto idroalcolico, tonico e stimolante da utilizzarsi nei periodi di convalescenza.

    TISANA ALLA CHINA

    Preparazione della tisana: un cucchiaino da caffè di corteccia sminuzzata deve essere mantenuto in infusione in una tazza ndi acqua bollente per circa 15 ,inuti. Filtrare e bere sorseggiando mezz’ora prima del pasto. Si utilizza come aperitivo.

    CONTROINDICAZIONI

    Controindicata nei soggetti affetti da ulcera peptica e turbe della coagulazione; sconsigliata inoltre in gravidanza e nel periodo di allattamento. Un altro impiego popolare della corteccia di China è come grog antiinfluenzale; può essere dolcificato con miele e/o succo di limone. Peraltro, il solfato di chinina (chinino) è stato a lungo utilizzato come rimedio antimalarico ed antifebbrile.

    Possibili effetti collaterali: reazioni allergiche, o di intolleranza gastrica (vomito, nausea, gastroenterite), riduzione del numero di piastrine. Cautela è necessaria quando il paziente assume contemporaneamente farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti piastrinici.

  • Eleuterococco

    PROVENIENZA

    Detto anche ginseng siberiano, è una pianta tradizionalmente ritenuta “adattogena” in quanto aumenta la resistenza agli stress psicofisici migliorando la capacità dell’individuo, particolarmente per quanto riguarda le prestazioni fisiche. Si tratta di un arbusto spinoso che può raggiungere anche i due metri d’altezza, con foglie palmate e bacche nere o rossastre come frutto. Della pianta tuttavia si utilizza il rizoma e le radici nelle quali sono presenti eleuterosidi (ai quali erroneamente venivano attribuite tutte le proprietà della pianta), cumarine, olio essenziale, polifenoli, fitosteroli, in particolare polisaccaridi presenti in quantità tripla rispetto agli eleuterosisi. Nelle foglie abbondano invece saponine triterpeniche, come nell’edera, che del resto appartiene alla stessa famiglia.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    E’ tradizionalmente ritenuta la pianta dello sportivo,  anche se in verità mancano conferme scientifiche corrette per questa definizione.

    La maggior parte degli studi di carattere farmacologico e clinico, in particolare negli ultimi anni, ha invece confermato ed evidenziato un’importante attività immunostimolante a carico di alcuni estratti di Eleuterococco, che pertanto allarga di molto le sue potenzialità curative ed il suo impiego a scopo preventivo. L’effetto antifatica si è dimostrato utile in particolare nelle convalescenze delle malattie infettive. Del resto dal punto di vista farmacologico è stato in particolare dimostrato che gli estreatti di Eleteurococco:

    • Aumentano la fagocitosi;
    • Aumentano il numero dei linfociti T;
    • Aumentano le cellule natural killer;
    • Stimolano la produzione di interferone;
    • Stimolano la risposta anticorpale.

    Il miglioramento della risposta immunitaria dopo somministrazione di estratti di Eleuterococco è stato anche clinicamente dimostrato su soggetti sani e ammalati, in pazienti oncologici, con malattie del distretto otorinolaringoiatrico, come ad esempio le otiti, e del tubo digerente. Una casistica recente riguarda fra l’altro il trattamento della diarrea da antibiotici effetuato con estratti di Eleteurococco, che si sono dimostrati utili sia nella prevenzione che nella cura del disturbo, e ben tollerati.

    Pertanto le indicazioni principali all’uso di questa pianta riguardano le astenie, le convalescenze la malattie infettive e/o tumorali,  anche come coadiuvante di altre terapie.

    EFFETTI COLLATERALI

    In letteratura non sono riportati effetti collaterali,ad esclusione di un esiguo numero di casi di insonnia,irritabilità,palpitazioni e cefalea, peraltro tutti disturbi di incerta origine. Sono possibili anche terapie prolungate nel tempo. L’eleuterococco può comunque avere effetti ipoglicemizzanti. Sconsigliata l’auto medicazione.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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  • Uncaria

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    PROVENIENZA

    L’Uncaria è una liana tipica della foresta Amazzonica, un’arbusto che tuttavia può raggioungere anche l’altezza di venti metri, con fusto legnoso, spine dritte e foglie con manto velloso. La droga vegetale è costituita dalla corteccia, caratteristicamente presente nella varietà bianca, gialla e rossa; la varietà a corteccia gialla è quella più ricca in principi attivi. L’uncaria è all’ottavo posto tra gli immunostimolanti di origine vegetale, che nel 1997 ha coperto negli USA un quarto del fatturato relativo alle piante medicinali.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    I curanderos peruviani la utilizzano per una infinità di proprietà biologiche:

    • Antitumorale;
    • Antidiarroico;
    • Antivirale;
    • Digestivo;
    • Emmenagogo;
    • Antireumatico;
    • Antiinfiammatorio;
    • Immunostimolante sotto forma di decotto di corteccia, infuso di foglie e tintura alcolica.

    I riscontri scientifici attuali invece confermano sostanzialmente le proprietà antiinfiammatorie, antiossidanti e soprattutto immunostimolanti, dose-dipendenti. L’attenzione dei cicli si era inizialmente focalizzata su questa piante in base ad un documento, privo per altro di scientificità, diffuso da un’azienda produttrice austriaca come materiale promozionale per un loro estratto standardizzato, che ne vantava proprietà antiretrovirali ed antitumorali.

    L’Uncarica è risultata priva di potere mutageno, priva di tossicità acuta, sub-acuta e cronica, mentre il primo lavoro di farmacologia clinica in doppio cieco contro  placebo (Firenzuoli et. al., 1997) ha confermato l’attività immunostimolante di un estratto di  uncaria tomentosa con doppia titolazione. Recentemente (Sheng et. al., 1998) è stata dimostrata, per la prima volta, l’induzione di apoptosi (morte cellulare programmata) e l’inibizione della proliferazione di cellule tumorali umane in due linee cellulari leucemiche ed una linea cellulare di linfoma B. Data l’enorme variabilità in natura e la poresenza di diversi chemio tipi di Uncaria, è consigliato ricorrere unicamente all’uso del fitocomplesso presente nell’estratto titolato e standardizzato di corteccia di Uncaria. La pianta è sicura ed efficace. Le indicazioni sono rappresentate dalla patologia infiammatoria ed infettiva cronica, malattie degenerative.  Consigliabile l’associazione con piante sinergiche quali l’Astragalo, la Curcuma e l’Eleuterocco.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Costituenti chimici: Alcaloidi ossindolici penta ciclici e tetra ciclici, Glicosidi triterpenici, Procianide, Sitosteroli, Mucillagini, vitamine e minerali. Sono stati identificati due chemio tipi di Uncaria tomentosa: uno ad alcaloidi ossindolici penta ciclici ad attività immunostimolante (pteropo dina, isopteropodina, mitrafillina, isomitrafillina, uncarina e spiciofillina); l’altro ad alcaloidi tetra ciclici (rincofillina, isorincofillina e corinanteina) ad attività sedativa (SNC) e ipotensiva (SNV).

    Gli alcaloidi tetra ciclici si comportano xome antagonisti dei penta ciclici. I glucosidi tritetpenici dell’acido quinovico presentano invece attività antiinfiammatoria (in vivo) ed antivirale (in vitro); i polifenoli (procianide ed epicatechine) hanno dimostrato importanti  attività antiinfiammatorie  e contribuicscono all’attività immunostimolante.

    Sperimentalmente, estratti di Uncaria stimolano la produzione di interleuchina 1 e 6 in macrofagi alveolari di ratto, esercitano attività protettiva nei confronti di infiammazione intestinale da indometacina, prevengono la formazione di radicali liberi, presentano attività antiinfiammatoria e soprattutto immunostimolante.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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