• Basta poca attività fisica per vivere più a lungo

    anziani esercizio fisicoUna ricerca presentata al meeting dell’EuroPRevent 2016 da David Hupin, medico del Department of Clinical and Exercise Physiology − University Hospital of Saint-Etienne in Francia, ha dimostrato che 15 minuti di esercizio fisico al giorno, obiettivo ragionevole per le persone anziane, comportano il 22% di rischio di morte in meno.

    L’età non è una scusa per non fare esercizio”, ha detto Hupin. “È dimostrato che un’attività fisica regolare ha un effetto migliore sulla salute complessiva di una persona rispetto a qualunque trattamento medico. Ma meno della metà degli anziani raggiunge l’obiettivo minimo settimanale raccomandato di 150 minuti di esercizio fisico di intensità moderata o 75 minuti di intensità maggiore.” Ha poi aggiunto, mostrando lo scopo della ricerca: “Noi abbiamo voluto scoprire se anche livelli minori di esercizio avrebbero potuto comunque avere benefici sulla salute e ridurre la mortalità negli anziani.”

    Gli autori della ricerca hanno studiato due coorti. Una coorte francese di 1.011 soggetti di 65 anni, seguita per 12 anni a partire dal 2001, e una coorte internazionale di 122.417 soggetti di 60 anni, a partire da una revisione sistematica e una meta-analisi, seguita mediamente per 10 anni.

    L’attività fisica era misurata in Metabolic Equivalent of Task (MET) al minuto alla settimana, unità di misura che si riferisce alla quantità di energia (calorie) spesa per ogni minuto di attività fisica. Il numero di MET al minuto dipende anche dall’intensità dell’attività fisica. Per esempio, un’attività fisica di intensità moderata varia tra i 3 e i 5,9 MET al minuto, mentre una di intensità maggiore è classificata a 6 o più. Invece un solo MET al minuto alla settimana è uguale alla quantità di energia spesa solo stando seduti.

    Il livello di esercizio fisico raccomandato è tra i 500 e i 1000 MET al minuto ogni settimana. Gli autori hanno osservato il rischio di morte associato a quattro categorie di attività fisica settimanale espresse in MET al minuto, definendole come nulla, bassa (1-499), media (500-999) o alta (≥1000). Durante il follow-up ci sono state rispettivamente 88 (9%) morti nella coorte francese e 18.122 (15%) in quella internazionale. È risultato che, in confronto a quelli inattivi, gli anziani con un basso, medio e alto livello di attività  mostravano una riduzione del rischio di morire rispettivamente del 22%, 28% e 35%.

    Hupin ha detto: “Questi due studi mostrano che più attività fisica gli anziani fanno, più ne beneficia la salute. E la cosa sorprendente è che il maggiore beneficio è raggiunto con il minimo livello di esercizio, mentre un’attività fisica media o alta porta solo un piccolo ulteriore beneficio. Abbiamo calcolato che il minimo livello di attività equivale a 15 minuti di camminata veloce ogni giorno, ovvero la metà della quantità raccomandata.” Ha quindi concluso che è più facile pensare che gli anziani possano incrementare progressivamente l’attività fisica nella vita di tutti i giorni piuttosto che cambiare drammaticamente le loro abitudini per poter seguire le raccomandazioni del medico. Un piccolo incremento di attività fisica potrebbe spingere alcuni anziani a svolgere un esercizio sempre maggiore fino ad arrivare ai raccomandati 150 minuti di camminata veloce ogni settimana.

    Fonte:

    • 15 minutes daily exercise may be reasonable target in older adults. ESC Press Release, 2016.
    • Hupin D, Roche F, Gremeaux V, et al. Even a low-dose of moderate-to-vigorous physical activity reduces mortality by 22% in adults aged ≥60 years: a systematic review and meta-analysis. Br J Sports Med 2015;49:1262–7.

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  • 6 MOTIVI PER ASSUMERE UN MULTIVITAMINICO NATURALE

    6 motivi per assumere un multivitaminico naturale

    MULTIVITAMINICO NATURALE, PER SOSTENERE IL BENESSERE DI ADULTI E BAMBINI

    Spesso si sente parlare di vitamine, ma in pochi sanno esattamente di cosa si tratta. Il termine deriva dal tedescovitamin e significa letteralmente “anima della vita”.

    Le vitamine sono infatti sostanze fondamentali per il mantenimento delle attività vitali, indispensabili e insostituibili per la vita, che l’uomo assume con gli alimenti. Esse sono inoltre dei macronutrienti che l’organismo umano non è in grado di sintetizzare (ovvero produrre) e che pertanto devono essere introdotti con un’alimentazione sana ed equilibrata.

    Quando l’apporto di vitamine assunte con con la dieta quotidiana è insufficiente, per evitare pericolose carenze, è possibile fare ricorso a un multivitaminico naturale, scegliendo un integratore che metta a disposizione il 100% dell’NRV di vitamine.

    MULTIVITAMINICO NATURALE: TUTTE LE VITAMINE ESSENZIALI IN UNA SOLA DOSE

    Quando può essere utile assumere un multivitaminico? E perché è bene scegliere un integratore multivitaminico naturale? Scopriamolo assieme!

    1. Prevenire eventuali carenze di vitamine. Talvolta lo stress della vita quotidiana o un’intensa attività fisicapossono aumentare il fabbisogno di vitamine. In altri casi, invece, è impossibile soddisfare l’intero fabbisogno con la sola alimentazione, a causa di diete troppo rigide o a seguito di condizioni particolari, comeproblematiche a carico del fegato o altre patologie, oppure l’assunzione di farmaci che ostacolano il corretto assorbimento delle vitamine. In tutti questi casi, per prevenire carenze è possibile fare ricorso a un integratore multivitaminico naturale.

    2. Vitamine liposolubili e idrosolubili assieme in una dose giornaliera. Una dose giornaliera di un multivitaminico naturale mette a disposizione le giuste dosi di vitamine idrosolubili e liposolubili; le prime (Vitamina C e del gruppo B) possono sciogliersi nell’acqua, non possono essere accumulate nel nostro organismo e, soprattutto, vanno introdotte quotidianamente con il cibo; le seconde (gruppi A, E, D, K) possono sciogliersi in sostanze grasse ed essere immagazzinate nel fegato dove diventano una sorta di “riserva” per il nostro organismo.

    3. Un aiuto contro la stanchezza. Alcune vitamine, come la vitamina C, le vitamine del gruppo B (B2, B3, B5, B6, B12) e l’acido folico possono aiutare a combattere la stanchezza e l’affaticamento eccessivo.

    4. Favorire il benessere delle ossa. Tra le vitamine incluse nella formulazione di un multivitaminico naturale è molto importante il ruolo svolto dalla vitamina D, che contribuisce all’assorbimento e all’utilizzo del calcio e del fosforo e, assieme alla vitamina K, favorisce il mantenimento di ossa normali.
    5. Sostenere il corretto funzionamento del sistema immunitario. Carenze vitaminiche, specie se protratte nel tempo, possono “indebolire” il sistema immunitario e favorire l’insorgenza di varie problematiche fisiche. Alcune vitamine, infatti, come la Vitamina C, la B12, la vitamina D aiutano sistema immunutario a funzionare regolarmente e, di conseguenza, mantengono attiva la principale “difesa” naturale del nostro corpo.
    6. Assenza di additivi di origine sintetica. Un multivitaminico naturale, come indica il nome stesso, mette a disposizione dosi elevate di vitamine, molte delle quali, come la vitamina C, ricavate da piante come la Rosa canina, senza alcuna aggiunta di conservanti, coloranti, edulcoranti o altri additivi di origine sintetica. Sarà così possibile sfruttare tutti i benefici delle vitamine, senza alcun “effetto collaterale”.multivitaminico_naturale_2

    Nella scelta di un multivitaminico naturale, infine, è bene orientarsi verso un prodotto concepito per far fronte alle specifiche esigenze in base alla fascia d’età. Questo perché la quantità di nutritivi giornaliera raccomandata (NRV) per bambini  e ragazzi nella fase di crescita è diversa dal quella di un adulto.

    Il multivitaminico migliore è dunque quello che in 1 sola dose giornaliera può garantire l’assunzione del100% NRV in base alla fascia d’età (ricordiamo che, al contrario di quello che pensano molti, il 100% NRV è la soglia minima di nutritivi da assumere giornalmente per il benessere generale). Grazie al supporto di questi prodotti, sarà così possibile integrare efficacemente questi preziosi nutritivi, troppo spesso sono carenti a causa di fattori esterni o di uno stile di vita scorretto.

    RDA e NRV, questi sconosciuti!

    Sia l’RDA(Recommended Daily Allowance) che l’NRV che lo ha recentemente sostituito, indicano la dose MINIMAdi una vitamina o di un minerale di cui si ha bisogno per rimanere sani e per evitare carenze nutrizionali. Per questo motivo si possono assumere quantitativi maggiori del 100% NRV o RDA.
    L’UL (Tolerable Upper Intake Level) è, invece, la quantità giornaliera massima di vitamine e minerali che si possono introdurre. Sia gli NRV sia gli UL ammessi negli integratori alimentari sono stati stabiliti dal Ministero della Salute. «Nel maggio 1941 un comitato dell’Accademia delle scienze statunitense propose per la prima volta che venisse stabilita una “quantità giornaliera raccomandata” di nutrienti essenziali. Tali linee guida furono sviluppate con l’obiettivo di ridurre tra la popolazione l’incidenza di malattie da carenza alimentare come scorbuto (carenza di vitamina C), pellagra (carenza di niacina) e beriberi (carenza di vitamina B)». (J. E. Pizzorno Jr., M. T. Murray,Trattato di medicina naturale, Novara 2001).

     

    Fonte:Dr Giorgini.

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  • Pressione arteriosa: come e perché misurarla?

     Smiling doctor taking the heartbeat of a patientPressione arteriosa: che cos’è?

    La pressione arteriosa, quella misurata a casa propria, dal medico o dal farmacista, è la pressione che il sangue, pompato dal cuore, esercita sulle pareti delle arterie che trasportano il sangue nell’organismo.

    Perché è importante misurarla?

    Conoscere i propri valori di pressione arteriosa è fondamentale per evitare che la presenza di valori troppo alti (ipertensione) possano favorire l’infarto e l’ictus cerebrale.
    In particolare, se ad essere ipertesi sono persone già a rischio perché in sovrappeso o forti bevitori, fumatori oppure sofferenti di diabete o di malattie renali.

    Il valore della pressione arteriosa è dato da due numeri: il primo è la pressione sistolica, il secondo la diastolica.

    • La pressione sistolica, o massima, è la pressione che si rileva mentre il cuore si contrae e pompa il sangue nelle arterie
    • La pressione diastolica, o minima, è la pressione che si misura nelle arterie tra due contrazioni, mentre il cuore si rilassa per riempirsi di sangue per il battito successivo.

    I valori misurati sono espressi in millimetri di mercurio (sigla mmHg) e riportati, ad esempio, nella forma 120/80 che si legge “120 su 80”. Si considera “ottimale” una pressione che non superi i 120 mmHg per la sistolica e gli 80 mmHg per la diastolica.

    Quando è che si parla di ipertensione arteriosa?

    L’ipertensione arteriosa spesso non da sintomi e non è una malattia di per sé, ma la sua presenza aumenta il rischio di essere colpiti da ictus, infarto, insufficienza renale ed altre malattie.

    Soffriamo di ipertensione arteriosa, ovvero di pressione alta, quando i valori della pressione “sistolica” sono uguali o maggiori di 140 mmHg e quelli della pressione “diastolica ” sono uguali o superiori a 90 mmHg.

    Pressione arteriosa: come si misura?

    La misurazione della pressione arteriosa più comune è effettuata utilizzando appositi strumenti misurare la pressione del sangue dall’esterno, in modo indiretto.

    Durante tutta la misurazione della pressione, è bene seguire questa semplici regole:

    1. La persona deve essere rilassata, seduta in maniera comoda, in ambiente tranquillo, con temperatura confortevole da almeno cinque minuti.
    2. Nell’ora precedente alla misurazione della pressione non si dovrebbero assumere bevande con caffeina, né fumare da almeno un quarto d’ora (meglio sarebbe non fumare affatto!).
    3. Il braccio deve essere appoggiato ed il bracciale deve essere posizionato all’altezza del cuore.
    4. Le dimensioni del bracciale di gomma devono essere adattate a quelle del braccio del paziente. Nei bambini o negli adulti molto magri, è necessario utilizzare bracciali di dimensioni minori di quelle standard, mentre nel caso di persone molto robuste o di pazienti obesi, il bracciale dovrebbe avere una lunghezza superiore.
    5. L’ideale è effettuare almeno due misurazioni successive: se la differenza tra i valori così supera i 5 mm Hg, procedere con ulteriori misurazioni fino a che i valori misurati risultino abbastanza stabili.

    È possibile prevenire l’ipertensione arteriosa?

    Molti casi d’ipertensione arteriosa sono dovuti a stili di vita non corretti ed è su questi che è necessario intervenire.
    Ricordando che ciascuna persona se smette di fumare, segue determinate indicazioni alimentari – così da tenere sotto controllo il proprio peso – e dedica un po’ del proprio tempo ad un’attività fisica, fa del bene alla propria salute.

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    Su questo argomento leggi anche Sotto pressione. Meno sale è più salute, un libretto, a cura di Simona Giampaoli e Jeremiah Stamler, con i consigli pratici per avere cura del proprio cuore e tenere adeguatamente sotto controllo la propria pressione arteriosa.

    •  Vieni nella nostra farmacia  e richiedi la tua copia!

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedica una sezione delle linee-guida per il trattamento dell’ipertensione arteriosa alle indicazioni di ordine non farmacologico utili, in particolare, per quei pazienti che non presentano fattori di rischio aggiuntivi.

    Ne riportiamo qui di seguito alcune:

    • controllare il peso corporeo,
    • contenere il consumo di alcol,
    • evitare il fumo,
    • limitare le condizioni di stress,
    • ridurre l’apporto di sale e l’uso degli alimenti che ne sono ricchi (ad esempio gli insaccati),
    • contenere il consumo di grassi animali (contengono colesterolo),
    • non abusare di liquirizia,
    • seguire una dieta ricca di magnesio e potassio (cereali, frutta, verdura, agrumi),
    • esercitare regolarmente un’attività fisica.

    Pressione arteriosa: situazioni particolari

    Misurare la pressione in caso di aritmie

    Se il cuore batte ad intervalli regolari, durante la misurazione è facile distinguere la pressione “massima” o “sistolica” (il momento in cui compare il rumore del battito cardiaco) ed una pressione “minima” o “diastolica” (ovvero il momento in cui scompare il rumore del battito cardiaco).

    Se il cuore non batte ad intervalli regolari, come in caso di aritmie o di fibrillazione atriale, non è così semplice eseguire una corretta misurazione della pressione.
    Alla luce di ciò è consigliabile interrogarsi e verificare, durante la misurazione della pressione, la presenza o meno di possibili aritmie come la fibrillazione atriale, utilizzando ad esempio apparecchi dotati di un algoritmo validato per questa rilevazione piuttosto che il tradizionale sfigmomanometro.

    La presenza di questa aritmia, può determinare una perdita di vigore nella contrazione degli atri, con un conseguente ristagno di sangue che può essere responsabile della formazione di coaguli a livello del cuore, con il possibile distacco di emboli che, se raggiungono il circolo cerebrale, possono essere causa di ictus ischemico.

    La Fibrillazione Atriale è spesso asintomatica ed è un importante fattore di rischio per ictus, per questo controllare e misurare, in modo semplice e con regolarità,  la pressione arteriosa con apparecchi che indichino nella propria destinazione d’uso la possibilità di fare uno screening della Fibrillazione Atriale,  può rappresentare un primo passo verso la prevenzione dell’ictus.

    Fonte: SIIA – Società Italiana Italiana per l’Ipertensione

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  • Vaccini, ecco il decalogo SIP “antibufale”

    primaIn occasione della settimana mondiale delle vaccinazioni, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Società Italiana di Pediatria lancia il decalogo “antibufale” per smentire i più comuni falsi miti sui vaccini, un’iniziativa volta a contrastare, attraverso la corretta informazione, il calo delle coperture vaccinali.

    Il decalogo sarà distribuito in forma di manifesto  ai 10 mila pediatri associati alla SIP affinché venga esposto negli studi e negli ambulatori pediatrici a disposizione delle famiglie.

    “Il più comune falso mito è credere che le malattie infettive siano scomparse e che i vaccini siano inutili. Al contrario il calo delle vaccinazioni sta facendo riemergere malattie che credevamo debellate, come la pertosse e la difterite”, afferma il Presidente SIP Giovanni Corsello.

    Il decalogo è frutto del lavoro di un gruppo di esperti e rappresenta la prosecuzione di un percorso avviato a novembre dello scorso anno in occasioni degli Stati Generali della Pediatria.

    I vaccini, come tutte le preparazioni, sono composti da molti elementi. Oltre all’antigene ‒ cioè il principio attivo ‒ che solitamente è un microorga

    1nismo (virus o batterio) attenuato o inattivato, sono presenti un liquido di sospensione (spesso acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile) e adiuvanti (generalmente sali di Alluminio, che stimolano la risposta immunitaria rendendola duratura). L’uso di conservanti a base di mercurio (timerosal) è stato completamente abbandonato nel 2002, sia per l’attenzione mediatica esplosa in quel periodo su basi poi rivelatesi infondate, sia per la scomparsa di vaccini in confezione multidose per i quali era utilizzato. Sono presenti anche stabilizzanti come albumina e gelatina, e infine antibiotici, utilizzati in dosi molto basse per prevenire la crescita batterica: i più utilizzati sono la neomicina, la kanamicina e la streptomicina (altri antibiotici a maggior rischio di allergia non sono utilizzati). Tutte queste sostanze sono presenti in quantità minimali e nella stragrande maggioranza dei casi non costituiscono alcun problema per la salute. Saltuariamente si possono verificare reazioni allergiche locali delle quali il professionista sanitario informerà prima della somministrazione.

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    Fonte: Società pediatrica italiana.

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  • DISINTOSSICARSI IN PRIMAVERA CON LA FITOTERAPIA

    Disintossicarsi in primavera con la fitoterapia

    ALCUNE PIANTE POSSONO AIUTARE IL LAVORO DEI RENI, I “FILTRI” DEL NOSTRO ORGANISMO

    La primavera, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, è la stagione in cui tutto ha inizio e la natura “risorge” a nuova vita.

    Il nostro corpo, tuttavia, può risultare affaticato dalle scorie accumulate durante l’inverno a causa di:

    • maggiore sedentarietà;
    • una dieta troppo ricca.

    Gli organi deputati allo smaltimento di queste scorie, i cosiddetti organi emuntori, possono dunque essere sottoposti a un superlavoro e faticare a smaltire le tossine in eccesso, che si accumulano nell’organismo.

    Tra gli organi più sollecitati da questa attività di pulizia ricordiamo il fegato e i reni.

    Per questo motivo, proprio al cambio di stagione, può essere utile seguire una dieta disintossicanteall’occorrenza fare ricorso ad integratori specifici per depurare il fegato, e prodotti per favorire anche ladepurazione renale.

    Il ruolo svolto dai reni è infatti di estrema importanza dal momento che questi provvedono, tramite le vie urinarie, all’eliminazione di una grande quantità di sostanze dannose, tossiche o residuali, che provengono dal metabolismo dei tessuti per mezzo del fegato.

    Quando i reni non funzionano correttamente, le tossine si accumulano, insieme a tutti i liquidi in eccesso che l’organismo non riesce a espellere.

    Come depurare i reni in modo naturale h2

    Tra i principali fattori che possono affaticare i reni ricordiamo:

    • uno scarso apporto di liquidi (meno di un litro di acqua al giorno);
    • eccessiva introduzione di sodio con l’alimentazione;
    • eccessiva introduzione di proteine animali (carni rosse e grasse);
    • alimentazione ricca di prodotti industriali confezionati con additivi e conservanti, coloranti ecc.;
    • assunzione di alcuni farmaci.

    Per aiutare i reni nel loro compito di veicolare all’esterno gli scarti accumulati, può essere un valido supporto, in alcuni periodi, un’integrazione mediante prodotti naturali a base di  piante come:

    • parietaria, betulla bianca, bucco, ortica funzionamento delle vie urinarie e il drenaggio dei liquidi corporei;
    • ortica, aparine e coclearia che sostengono le funzioni depurative dell’organismo.

    Un ulteriore supporto può arrivare dall’assunzione di prodotti a base di potassio ed arricchiti con estratti di piante (come l’ananas, che aiuta il drenaggio dei liquidi corporei), sali minerali e vitamine.

    L’equilibrio tra sodio e potassio all’interno del corpo umano è infatti fondamentale per evitare un accumulo di liquidi nelle cellule. Tenendo conto del fatto che con la dieta è più facile assumere sodio in eccesso, questo equilibrio può facilmente risultare alterato e provocare ritenzione idrica. L’assunzione di potassio può dunque risultare utile per ristabilire questo equilibrio e può aiutare il nostro fisico a smaltire i liquidi in eccesso favorendo, di conseguenza, la depurazione.

    Il nostro Laboratorio produce un Depurativo Drenante liquido che aiuta l’organismo a depurarsi e a disintossicarsi dal periodo invernale!

    Chiedi informazioni ai farmacisti!

    Fonte Dr. Giorgini.

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  • PERCHÉ CADONO PIÙ CAPELLI AL CAMBIO DI STAGIONE?

    Perché cadono più capelli al cambio di stagione?

    L’AUTUNNO E LA PRIMAVERA SONO PERIODI DI TRANSIZIONE ANCHE PER LE CHIOME

    Notare un aumento della caduta dei capelli all’inizio della primavera o dell’autunno può essere considerato, per così dire, fisiologico.

    Ogni giorno infatti perdiamo una certa quantità di capelli come naturale “completamento” del loro “ciclo di vita”.

    Ma quanti capelli al giorno si possono perdere normalmente? E qual è la soglia oltre la quale è necessario “correre ai ripari”? La quantità di capelli che cadono ogni giorno varia da persona a persona e dipende essenzialmente dal numero di follicoli attivi e dal loro ciclo di ricrescita.

    Il numero di capelli che possono giornalmente cadere varia ovviamente da persona a persona ed è influenzato da vari fattori. Se proprio dobbiamo “dare i numeri”, possiamo stimare che la quantità di capelli persi si aggira in media attorno ai 40-120 al giorno. Un aumento stagionale di questo fenomeno può in sostanza essere ricondotto, almeno in parte, a un fisiologico “ricambio naturale”.

    Esistono poi alcune condizioni particolari  che possono causare un aumento della caduta:

    • gravidanza;
    • menopausa;
    • alterazioni del funzionamento della tiroide;
    • condizioni di stress intenso;
    • cattiva alimentazione;
    • fattori ormonali;
    • assunzione di farmaci;
    • scottature solari.

    Una volta esclusa la presenza di patologie specifiche (per le quali è sempre bene sentire il medico), come è possibile rinforzare i capelli e favorire la loro salute e bellezza?  E cosa fare quando ci si accorge di una perdita eccessiva?

    DIETA EQUILIBRATA E RIMEDI NATURALI PER RINFORZARE I CAPELLI

    Se si nota una perdita eccessiva di capelli, che si protrae per lungo tempo, è bene per prima cosa individuarne le cause.

    I fattori che possono  incrementare la caduta fisiologica, come illustrato in precedenza, sono infatti molti ed eterogenei.

    La salute dei capelli può essere influenzata in modo notevole anche dall’alimentazione: una dieta troppo rigida e sbilanciata (e dunque carente di vitamine e sali minerali e altri nutritivi) può infatti avere come conseguenza un loro indebolimento.

    Un valido aiuto per sostenere il benessere delle chiome può arrivare anche dall’assunzione di integratori specifici per capelli.

    I prodotti naturali concepiti ad hoc per i capelli in genere includono nella formulazione erbe, vitamine e sali minerali, al fine di garantire un effetto sinergico e una maggiore efficacia. In particolare possono essere presenti:

    • lo zinco, il selenio e la biotina, che favoriscono il benessere naturale dei capelli. Una funzione benefica può inoltre essere esercitata da alcune piante come bambù, equiseto, miglio e ortica; nella formulazione di alcuni prodotti è possibile trovare anche il saw palmetto, più indicato per gli uomini, in quanto può agire favorevolmente anche sul benessere della prostata;
    • il rame può contribuire alla normale pigmentazione dei capelli;
    • altre sostanze, come manganese, tè verde, semi d’uva, poligono del Giappone e vitamine B2, C ed E, possono risultare utili contrastando lo stress ossidativo.

    È possibile trarre giovamento anche dall’utilizzo di cosmetici per uso topico, come le lozioni studiate per stimolare e attivare la funzione del cuoio capelluto.

    I prodotti naturali concepiti appositamente in genere contengono oli essenziali e vitamine A, C ed E, utili per le loro proprietà nutritive e ricostituenti.

    Fonte Dr.Giorgini.

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  • Esistono rimedi naturali contro le gambe pesanti?

    Esistono rimedi naturali contro le gambe pesanti?Come contrastare un disturbo molto diffuso, specie all’arrivo dei primi caldi

    A chi non è mai capitato, in particolar modo la sera, di avvertire una fastidiosa sensazione di pesantezza e indolenzimento alle gambe?

    Questo fastidio, che affligge prevalentemente le donne, può accentuarsi ulteriormente all’arrivo dei primi caldi.

    Si tratta di una problematica piuttosto diffusa, in special modo tra coloro che trascorrono diverso tempo in posizione statica (per esempio, in piedi o seduti alla scrivania).

    La causa principale delle gambe pesanti è la stasi venosa, o un’alterazione del  normale funzionamento della circolazione e del microcircolo , che può essere favorita da diversi fattori:

    • calore (non solo quello ambientale, ma anche l’esposizione a fonti dirette, che possono favorire un “rallentamento” della circolazione);
    • sovrappeso;
    • ereditarietà;
    • vita sedentaria;
    • fattori ormonali (non a caso le donne sono più interessate da questa problematica);
    • età avanzata.

    Il gonfiore agli arti inferiori può, nei casi più gravi, essere associato a formicolii o dolori.

    L’aggravarsi di questi fastidi può essere uno dei primi segnali di diverse problematiche di varia entità, per individuare le quali è sempre bene ricorrere al consulto del medico di fiducia.

    Le 8 regole per contrastare le gambe pesanti

    La sensazione di pesantezza alle gambe, in assenza di patologie specifiche, può essere efficacemente contrastata anche adottando alcune semplici abitudini:

    1. bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno, anche per contrastare la ritenzione idrica;
    2. fare quotidianamente un po’ di attività fisica. Se non è possibile frequentare una palestra, va bene anche fare una piccola camminata ogni giorno o salire le scale (anziché prendere l’ascensore);
    3. inserire nella proprie alimentazione cibi ricchi di vitamina C e bioflavonoidi, come peperoni, kiwi, agrumi, ananas, frutti di bosco ecc.;
    4. evitare di indossare per tutto il giorno un abbigliamento troppo stretto, per non favorire il ristagno venoso, o scarpe con tacchi troppo alti;
    5. dormire tenendo le gambe a un’altezza superiore a quella del cuore (per farlo, è sufficiente mettere un piccolo cuscino sotto gli arti, o direttamente sotto il materasso);
    6. la sera, sotto la doccia, alternare sulle gambe getti di acqua calda e getti di acqua fredda (finendo sempre con quella fredda), partendo dalle caviglie e risalendo verso l’inguine. In questo modo si sollecita una sorta di ginnastica vascolare in grado di potenziare il tono delle pareti venose;
    7. un auto massaggio alle gambe con una crema apposita può essere utile per alleviare il senso di pesantezza; i cosmetici naturali più indicati in questi casi sono quelli con un effetto rinfrescante e decongestionante (a base di oli essenziali ed estratti vegetali di achillea, rusco, arnica, castagno ecc).
    8. è possibile trarre giovamento anche dall’assunzione di integratori naturali contenenti vitamina C (utile per sostenere la normale funzione dei vasi sanguigni) ed estratti di piante come mirtillo nero, vite rossa, rusco, ananas, ippocastano e centella, che possono favorire la funzionalità del microcircolo e contrastare la sensazione di  pesantezza alle gambe.

    Il nostro Laboratorio prepara il Gel Drenante per le Gambe pesanti indicato per gambe gonfie, stanche e pesanti. Rinfresca e tonifica aiutando la circolazione sanguigna.

    Fonte: Dr Giorgini.

    ↵TORNA A FOCUS

  • Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno in età evolutiva

    immagine di un bambino che dorme con la bocca apertaLinee guida per la prevenzione e il trattamento odontoiatrico

    Il russamento è il rumore generato dalla vibrazione dei tessuti molli oro faringei, tale rumore è una conseguenza della turbolenza del flusso aereo, dovuta alla riduzione del calibro delle vie aeree. L’apnea ostruttiva nel sonno è invece una condizione caratterizzata da ripetuti episodi di completa (apnea) o parziale (ipopnea) cessazione del flusso d’aria attraverso le vie aeree superiori durante il sonno.La prevalenza del sintomo russamento “spesso” o “ogni notte” (così detti “russatori abituali”) varia dal 3% al 21% dei bambini mentre la prevalenza dei disordini respiratori del sonno colpisce i bambini in età scolare in una percentuale variabile tra l’1% e il 6%.

    Scopo del documento Linee guida nazionali per la prevenzione ed il trattamento odontoiatrico del russamento e della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno in età evolutiva è quello di fornire raccomandazioni e indicazioni “evidence based” per la gestione odontoiatrica del russamento e della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome, OSAS) negli individui in età evolutiva.

    Le conseguenze più tipiche dell’OSAS pediatrico non trattato sono:

    • la scarsa resa scolastica
    • la sonnolenza diurna
    • alcuni problemi comportamentali
    • il deficit di crescita staturale
    • l’enuresi notturna
    • la cefalea mattutina
    • l’aumentato rischio di otiti
    • alcune patologie cardiovascolari, quali il cuore polmonare.
    Fonte:salute.gov
  • Ictus cerebrale: la prevenzione a tavola

    L’ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza nei paesi industrializzati. Ma non solo: entro il 2020 la mortalità per ictus rischia di raddoppiare a causa dell’invecchiamento della popolazione.

    L’ictus cerebrale, però, non solo si può curare ma si può prevenire nell’80% dei casi. 

    1. Prima regola: tenere sotto controllo il peso corporeo e l’obesità. Per raggiungere questo vero e proprio obiettivo di salute le linee guida nazionali e internazionali raccomandano di seguire stili di vita sani, attraverso l’attività fisica moderata e costante e un’alimentazione sana come quella che prevede la dieta mediterranea.
    2. Seconda regola: controllo della pressione arteriosa, fino dai 40 anni, ancora più importante nei diabetici, e riconoscimento della aritmia cardiaca dictusdietaefinita fibrillazione atriale e l’astensione dal fumo.

    “Con campagne informative come Aprile mese della prevenzione,A.L.I.Ce. Italia Onlus”, dichiara Francesco Gaballo, vicepresidente dell’Associazione, “intende ridurre l’incidenza dell’ictus cerebrale e migliorare la qualità della vita delle persone colpite, proprio attraverso la diffusione della conoscenza della patologia e dei suoi principali fattori di rischio”.

    Ictus: la prevenzione inizia a tavola

    In numerosi studi epidemiologici, infatti, la dieta è stata individuata come uno dei principali fattori di rischio modificabile.

    In particolare il consumo di olio d’oliva, frutta, verdura e pesce azzurro sembra possa ridurre il rischio ictus fino al 20%.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha valutato in circa 2.64 milioni di casi all’anno il totale delle morti attribuibili ad un inadeguato consumo di frutta e verdura.

    Aumentando il consumo individuale fino a 600 grammi al giorno, si potrebbe ridurre il rischio di infarto e ictus rispettivamente del 31% edel 19%.

    Ancora una volta, è vincente la tradizionale dieta mediterranea, caratterizzata da olio di oliva extravergine come principale fonte di grassi, da un elevato apporto di frutta, noccioline, verdure, legumi e cereali; da un moderato apporto di pesce e pollame, da un basso apporto di latticini, carne rossa e dolci e da un consumo da basso a moderato di vino, in particolare durante i pasti.

    Consumare in particolare agrumi, mele, pere e verdure a foglia contribuisce molto alla protezione: un incremento di circa 200 grammi al giorno, sia di frutta che di verdura, fa diminuire il rischio ictus rispettivamente del 32% e dell’11%.

    Un alto consumo di olio di oliva extravergine, che rientra tra le caratteristiche principali della dieta mediterranea, viene considerato come uno degli elementi che contribuisce maggiormente a proteggere il sistema cardiovascolare: un incremento di 23 grammi al giorno di consumo di olio di oliva è stato inversamente associato all’incidenza dell’ictus (riduzione del rischio del 20%) e alla mortalità (riduzione del rischio dell’11%).

    Se da una parte ci sono nutrienti da consumare con moderazione, come sodio, alcol e grassi saturi perché aumentano il rischio vascolare, per altri, invece, è stato evidenziato un effetto protettivo: omega3, fibre, vitamina B6 e B12, così come l’assunzione di calcio e potassiodiminuiscono il rischio di ictus cerebrale.

    CONSIGLI DIETETICI

    1. Consumare pesce almeno 2 volte alla settimana, soprattutto salmone, pesce spada, pesce azzurro o trota
    2.  Ridurre l’apporto di sale – massimo 5 gr al giorno
    3. Consumare almeno 3 porzioni di frutta e almeno 2 di verdura al giorno
    4. Limitare il consumo di grassi e condimenti di origine animale, preferendo quelli di origine vegetale
    5. Bere non più di 2 bicchieri di vino al giorno

    Seguire la dieta mediterranea riduce, dunque, il rischio di ipertensione, diabete, infarto, obesità e sindrome metabolica.

    Ictus: la prevenzione inizia da piccoli

    Le regole di una sana alimentazione e uno stile di vita corretto, però, dovrebbero essere adottate sin da piccoli, anche i dati dimostrano il contrario: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa, 1 bambino su 3 tra i 6 e i 9 anni è sovrappeso o obeso. Ed è per questo che A.L.I.Ce. Italia Onlus intende sensibilizzare anche le famiglie su una maggiore attenzione verso le cattive abitudini alimentari fin dall’infanzia. Non si deve dimenticare che una giusta prevenzione, oltre a benefici in termini di salute, comporterebbe un effetto positivo sul budget nazionale dei Paesi dell’Unione Europea, considerando che attualmente ben il 7% di questo budget viene destinato alle patologie collegate all’obesità.

    In occasione di “Aprile mese della prevenzione dell’Ictus Cerebrale”, la Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus con le sue oltre 70 Associazioni locali darà vita a diverse iniziative di prevenzione,sensibilizzazione e di informazione su questa patologia, grave e disabilitante. Anche quest’anno, inoltre, A.L.I.Ce. Italia Onlus può contare su una testimonial d’eccezione: Valentina Vezzali.

    Fonte:Unilife.