• Valeriana

    PROVENIENZA

    La Valeriana è tradizionalmente ritenuta una pianta ad attività sedativa in tutta Europa a scopo medicinale; cresce comunque spontanea anche nei luoghi freschi ed umidi dei nostri monti. Entra a far parte di numerose specialità farmaceutiche ed erboristiche, e la Farmacopea Ufficiale Italiana prevede ben due monografie relative alla Valeriana. Nonostante in passato sia stata indicata addirittura come rimedio per il mal di gola e l’epilessia, la moderna ricerca scientifica ha in realtà confermato unicamente le attività sedative ed ipnotiche della pianta, ritenuta tra l’altro non tossica, il cui uso è privo di significativi fenomeni di dipendenza.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Della pianta si utilizzano il rizoma e le radici, i cui costituenti chimici più importanti sono: acidi valerenici (ed altri derivati terpenici presenti nell’olio essenziale), valepotriati (valtrato e baldrinale), alcuni alcaloidi (valeranina, attinidina e valtrossale). I costituenti chimici presenti negli estratti sono responsabili dell’attività tranquillizzante, attività ansiolitica e sedativa sul Sistema Nervoso Centrale, per azione specifica sui recettori per le benzodiazepine (le componenti lipofile quali i valepotriati), e sui recettori per il GABA (acido γ-ammino butirrico), in particolare le componenti idrofile quali gli acidi valerenici.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Nessuno studio farmacologico o clinico è riuscito finora ad attribuire l’attività sedativa degli estratti di Valeriana ad un costituente chimico isolato piuttosto che ad un altro, dimostrando ancora una volta la superiorità del fitocomplesso sulla singola molecola, pur presente nell’estratto stesso. In particolare, effetti sedativi clinicamente confermati sono stati dimostrati per l’estratto standardizzato in acidi valerenici. L’attività ipnoinducente della Valeriana è stata pure confermata con dimostrazioni elettroencefalografiche, senza alterazioni della fase REM. Alcuni studi di carattere unicamente farmacologico, sull’animale, hanno dimostrato proprietà anticonvulsivanti per l’acido valerenico, ma non confermate in clinica.

    INDICAZIONI

    La pianta ed i suoi derivati posso essere utilizzati nella cura dell’insonnia e dei disturbi del sonno, come pure terapia complementare di alcune manifestazioni di tipo ansioso (attacchi di panico, crisi di angoscia, tremori, crampi addominali, irritabilità, tensione nervosa, vertigini psicogene, colon irritabile, palpitazioni e cefalea).

    Data l’ampia variabilità di principi attivi che si riscontra nella pianta, e dato il cattivo sapore delle preparazioni estemporanee quali infuso e decotto, la forma estrattiva che offre maggiori garanzie di efficacia e tollerabilità è certamente l’estratto secco titolato e standardizzato in principi attivi. La Valeriana non può essere sostituita dalla Valeriana rossa, priva di riscontri scientifici.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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