Gli oli essenziali sono sostanze altamente volatili, che proprio grazie a questa caratteristica raggiungono facilmente il nostro naso. Fluidi preziosi, dal dolce profumo, vengono estratti da molte varietà di piante. Il loro valore è sempre più apprezzato da ricercatori e medici (C. Valnet, Oli essenziali e aromaterapia, Rifreddo 2014).

L’aromaterapia si basa sul principio che in ogni pianta sia contenuta un’“anima curativa”. Questa concezione secondo la quale dalle piante si possono estrarre sostanze volatili capaci di sostenere il benessere deriva da tradizioni antichissime.Cosa sono gli oli essenziali?

Le benefiche proprietà degli oli essenziali possono essere sfruttate in diversi modi:

  • uso topico (massaggi, pediluvi, diluizione nella vasca da bagno). Per i massaggi, spesso gli oli essenziali vengono uniti a creme, lozioni neutre o oli vegetali;
  • diffusione ambientale, per purificare e profumare le stanze, o suffumigi/inalazioni;
  • uso interno. Alcuni oli essenziali possono essere anche aggiunti agli alimenti, per aromatizzarli, oppure ingeriti, diluendone qualche goccia in un cucchiaino di miele o mettendoli su una zolletta di zucchero.

Ma qual è il meccanismo d’azione degli oli essenziali?

Gli oli essenziali, volatilizzandosi a temperatura ambiente, stimolano le terminazioni nervose del naso che inviano un messaggio al sistema limbico (che presiede alla memoria e alle emozioni) e poi all’ipotalamo che regola il sistema ormonale.

Per esempio, per far fronte ad alcuni fastidi alle vie respiratorie, è possibile trarre giovamento dall’olio essenziale di eucalipto che «favorisce la soluzione e l’espettorazione del catarro e nello stesso tempo calma l’eccessiva irritazione […] Nelle malattie dell’apparato respiratorio l’essenza viene utilizzata sotto forma di inalazioni, atomizzazioni, nella lampada per aromi…» (Suzanne Fischer-Rizzi, Profumi celestiali. Uso delle essenze naturali e loro azione su corpo e sulla mente, Tecniche Nuove, 2005).

Un olio essenziale che si presta a svariati utilizzi è l’olio essenziale di lavanda , che può essere anche sfruttato per preparare piccoli sacchetti da mettere negli armadi per profumare la biancheria (può essere utile anche per tenere lontane le tarme, che detestano il suo odore).

La gamma di oli essenziali è tuttavia molto ampia, così come i loro diversi utilizzi e ambiti d’azione e quelli forniti sono solo due semplici esempi.

Dall’Antico Egitto ad Avicenna, fino ai giorni nostri: storia dell’aromaterapia

Egiziani, Greci e Romani conoscevano già l’utilità degli oli essenziali, e li usavano non solo per l’imbalsamazione, ma anche a fini cosmetici e curativi, come si evince da alcune tavolette ritrovate nei templi di Esculapio (dio della medicina), ove erano incise alcune ricette di aromi medicinali!

Il primo a descrivere in maniera più approfondita le proprietà degli oli essenziali fu il filosofo e medico Avicenna, mentre nel ‘500 Paracelso introdusse il termine in riferimento al concetto di “quintessenza” intesta come anima della pianta, la sua componente più sottile e purificata.

Secondo la teoria e la pratica del celebre medico e alchimista, eliminando la materia più densa, la distillazione libera l’informazione energetica della pianta; l’olio che se ne ricava è quindi “essenziale”, capace di raggiungere la parte analoga dell’uomo: la sua anima e lo schema energetico che sostiene il suo corpo.

Il termine aromaterapia venne invece introdotto negli anni ’20 da René Maurice Gattefossé, chimico francese che, studiando le applicazioni cosmetiche degli oli essenziali, notò importanti effetti dell’olio essenziale di lavanda sulle ustioni.
Un altro francese, Jean Valnet, portò avanti l’impiego terapeutico delle essenze, utilizzandole anche durante la seconda guerra mondiale per medicare le ferite dei soldati riportate in battaglia.

Fonte: Dr Giorgini. http://www.drgiorgini.it/blog/

↵TORNA A FOCUS