• MANGIARE FRUTTA SECCA FA BENE ALLA SALUTE

    Lo studio, pubblicato sulla rivista BMC Medicine e realizzato da un gruppo di ricerca internazionale, ha dimostrato che il consumo di noci, mandorle e simili riduce il rischio di sviluppare diverse malattie tra cui quelle cardiache, cardiovascolari e il cancro.

    I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 20 studi (29 pubblicazioni) per un totale di quasi 820.000 pazienti provenienti da Stati Uniti, Europa, Asia e Australia.

    Mettendo in relazione condizioni di salute e abitudini alimentari è emerso che un consumo maggiore di frutta secca si associa a una riduzione del rischio relativo pari al:

    • 24% per le cardiopatie;
    • 11% per l’ictus;
    • 19% per le patologie cardiovascolari;
    • 18% per il cancro;
    • 19% per quanto riguarda la mortalità in generale.

    Ma non solo, per quanto i dati siano meno certi sembra che un consumo elevato di frutta secca protegga anche dallo sviluppo di diabete e di malattie respiratorie, infettive, neurodegenerative e renali .
    Per quanto riguarda il rapporto quantità/benefici è invece emerso che consumando una porzione (28 grammi) in più al giorno il rischio relativo è risultato ridotto del 29% per le cardiopatie, del 7% per l’ictus, del 21% per le malattie cardiovascolari, del 15% per il cancro e del 22% per la mortalità dovuta a qualsiasi causa.

    Tuttavia come spesso accade nell’ambito dell’alimentazione, i risultati dello studio indicano anche che è comunque meglio non esagerare. Per quasi tutte le patologie considerate la riduzione del rischio maggiore si è osservata in pazienti che consumavano 5/6 porzioni di frutta secca a settimana (circa 20 grammi al giorno), a prescindere che queste fossero di noci, mandorle, nocciole o altro. Tutte le varianti infatti, spiegano gli autori, sono ricche di sostanze come fibre e antiossidanti che proteggono dallo sviluppo di malattie cardiache e di composti che aiutano le cellule a combattere contro le principali cause del cancro.

    In conclusione, prendendo in considerazione le aree di provenienza dei pazienti i ricercatori hanno calcolato che solo nel 2013 si sono verificate 4,4 milioni di morti premature legate a un ridotto consumo di frutta secca. Un dato che suggerisce l’importanza di includere questi alimenti nella propria dieta e che dovrebbe spingere medici e nutrizionisti a consigliarne un consumo moderato ma quotidiano.

    Fonte: Aune G, Keum N, Giovannucci E, et al. Nut consumption and risk of cardiovascular disease, total cancer, all-cause and cause-specific mortality: a systematic review and dose-response meta-analysis of prospective studies. BMC Medicine 2016; 14(207): DOI: 10.1186/s12916-016-0730-3
  • Ictus cerebrale: la prevenzione a tavola

    L’ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza nei paesi industrializzati. Ma non solo: entro il 2020 la mortalità per ictus rischia di raddoppiare a causa dell’invecchiamento della popolazione.

    L’ictus cerebrale, però, non solo si può curare ma si può prevenire nell’80% dei casi. 

    1. Prima regola: tenere sotto controllo il peso corporeo e l’obesità. Per raggiungere questo vero e proprio obiettivo di salute le linee guida nazionali e internazionali raccomandano di seguire stili di vita sani, attraverso l’attività fisica moderata e costante e un’alimentazione sana come quella che prevede la dieta mediterranea.
    2. Seconda regola: controllo della pressione arteriosa, fino dai 40 anni, ancora più importante nei diabetici, e riconoscimento della aritmia cardiaca dictusdietaefinita fibrillazione atriale e l’astensione dal fumo.

    “Con campagne informative come Aprile mese della prevenzione,A.L.I.Ce. Italia Onlus”, dichiara Francesco Gaballo, vicepresidente dell’Associazione, “intende ridurre l’incidenza dell’ictus cerebrale e migliorare la qualità della vita delle persone colpite, proprio attraverso la diffusione della conoscenza della patologia e dei suoi principali fattori di rischio”.

    Ictus: la prevenzione inizia a tavola

    In numerosi studi epidemiologici, infatti, la dieta è stata individuata come uno dei principali fattori di rischio modificabile.

    In particolare il consumo di olio d’oliva, frutta, verdura e pesce azzurro sembra possa ridurre il rischio ictus fino al 20%.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha valutato in circa 2.64 milioni di casi all’anno il totale delle morti attribuibili ad un inadeguato consumo di frutta e verdura.

    Aumentando il consumo individuale fino a 600 grammi al giorno, si potrebbe ridurre il rischio di infarto e ictus rispettivamente del 31% edel 19%.

    Ancora una volta, è vincente la tradizionale dieta mediterranea, caratterizzata da olio di oliva extravergine come principale fonte di grassi, da un elevato apporto di frutta, noccioline, verdure, legumi e cereali; da un moderato apporto di pesce e pollame, da un basso apporto di latticini, carne rossa e dolci e da un consumo da basso a moderato di vino, in particolare durante i pasti.

    Consumare in particolare agrumi, mele, pere e verdure a foglia contribuisce molto alla protezione: un incremento di circa 200 grammi al giorno, sia di frutta che di verdura, fa diminuire il rischio ictus rispettivamente del 32% e dell’11%.

    Un alto consumo di olio di oliva extravergine, che rientra tra le caratteristiche principali della dieta mediterranea, viene considerato come uno degli elementi che contribuisce maggiormente a proteggere il sistema cardiovascolare: un incremento di 23 grammi al giorno di consumo di olio di oliva è stato inversamente associato all’incidenza dell’ictus (riduzione del rischio del 20%) e alla mortalità (riduzione del rischio dell’11%).

    Se da una parte ci sono nutrienti da consumare con moderazione, come sodio, alcol e grassi saturi perché aumentano il rischio vascolare, per altri, invece, è stato evidenziato un effetto protettivo: omega3, fibre, vitamina B6 e B12, così come l’assunzione di calcio e potassiodiminuiscono il rischio di ictus cerebrale.

    CONSIGLI DIETETICI

    1. Consumare pesce almeno 2 volte alla settimana, soprattutto salmone, pesce spada, pesce azzurro o trota
    2.  Ridurre l’apporto di sale – massimo 5 gr al giorno
    3. Consumare almeno 3 porzioni di frutta e almeno 2 di verdura al giorno
    4. Limitare il consumo di grassi e condimenti di origine animale, preferendo quelli di origine vegetale
    5. Bere non più di 2 bicchieri di vino al giorno

    Seguire la dieta mediterranea riduce, dunque, il rischio di ipertensione, diabete, infarto, obesità e sindrome metabolica.

    Ictus: la prevenzione inizia da piccoli

    Le regole di una sana alimentazione e uno stile di vita corretto, però, dovrebbero essere adottate sin da piccoli, anche i dati dimostrano il contrario: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa, 1 bambino su 3 tra i 6 e i 9 anni è sovrappeso o obeso. Ed è per questo che A.L.I.Ce. Italia Onlus intende sensibilizzare anche le famiglie su una maggiore attenzione verso le cattive abitudini alimentari fin dall’infanzia. Non si deve dimenticare che una giusta prevenzione, oltre a benefici in termini di salute, comporterebbe un effetto positivo sul budget nazionale dei Paesi dell’Unione Europea, considerando che attualmente ben il 7% di questo budget viene destinato alle patologie collegate all’obesità.

    In occasione di “Aprile mese della prevenzione dell’Ictus Cerebrale”, la Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus con le sue oltre 70 Associazioni locali darà vita a diverse iniziative di prevenzione,sensibilizzazione e di informazione su questa patologia, grave e disabilitante. Anche quest’anno, inoltre, A.L.I.Ce. Italia Onlus può contare su una testimonial d’eccezione: Valentina Vezzali.

    Fonte:Unilife.