• Vitamina C, frutta e verdura per vivere sani e a lungo

    Almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno.
    Gli esperti non si stancano di ripetere che portare a tavola questi alimenti è fondamentale per mantenersi in buona salute e vivere a lungo e queste osservazioni sono state confermate anche da un recente studio pubblicato sulla rivista American journal of clinica nutrition. Gli autori della ricerca, guidati da Camilla Kobylecki, del Dipartimento di biochimica clinica al Herlev and gentofte hospital di Hellerup in Danimarca, sono però andati oltre e sono giunti alla conclusione che la vitamina C è probabilmente una delle maggiori responsabili dell’effetto benefico di frutta e verdura.
    «Un elevato consumo di frutta e verdura e alti livelli plasmatici di vitamina C sono stati associati a un basso rischio di malattie ischemiche cardiache, ma i dati disponibili sono contrastanti» spiega la ricercatrice che, assieme ai colleghi, ha voluto dimostrare l’ipotesi che alti livelli di vitamina C legati a motivi genetici o a un alto consumo di frutta e verdura sono associati a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari e morte prematura. Per l’analisi, i ricercatori hanno utilizzato i dati relativi a circa 100mila persone, incluse informazioni sulle abitudini alimentari e con la possibilità di effettuare analisi sul Dna dei partecipanti.
    «Abbiamo osservato che nelle persone che consumavano più frutta e verdura, il rischio di malattie cardiache ischemiche si riduceva del 13 per cento e quello di mortalità per qualsiasi causa del 20 per cento rispetto a quanto osservato in chi ne consumava poca» spiega l’autrice. Ma il lavoro di Kobylecki e colleghi non si ferma qui. Analizzando particolari caratteristiche del DNA dei partecipanti, gli esperti danesi hanno valutato anche le caratteristiche genetiche che determinavano alti livelli di vitamina C, arrivando alla conclusione che probabilmente è proprio tale vitamina a determinare i benefici legati al consumo di frutta e verdura. «Il nostro organismo non è in grado di produrre la vitamina C e quindi la dobbiamo assumere dall’esterno» spiega Boerge Nordestgaard dell’Università di Copenaghen, che poi conclude: «possiamo assumerla sotto forma di supplementi e integratori, ma l’idea migliore è ottenerla da un’alimentazione sana ricca di frutta e verdura».
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    Fonte:Dica33.
  • Infezioni dell’orecchio: come curare nel neonato

    Secondo i dati dell’American Academy of Pediatrics, tre bambini su quattro sono vittime di almeno un’infezione all’orecchio prima di compiere un anno. Si tratta dunque di un problema piuttosto comune, ma che spesso si rivela difficile da individuare soprattutto perché, come spiegano gli esperti del Loyola university health system (Stati Uniti) in un recente comunicato, i bambini così piccoli non parlano e non sono in grado di comunicare in modo preciso i sintomi.

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    «Tra questi sintomi vanno inclusi per esempio anche febbre, irritabilità e problemi con il sonno» afferma Andrew Hotaling, otorinolaringoiatra pediatrico nell’istituzione americana, che poi elenca i potenziali rischi legati a queste infezioni. «Se non trattate in modo corretto, oppure se troppo gravi o frequenti, le infezioni all’orecchio possono portare anche a problemi con lo sviluppo del linguaggio o di altre importanti caratteristiche tipiche del periodo di crescita» continua lo specialista.
    E dal momento che queste infezioni che in genere colpiscono l’orecchio medio, possono essere causate da batteri, in alcuni casi potrebbe essere necessario utilizzare antibiotici che vanno però somministrati solo se il problema non si risolve per altre vie. «L’uso improprio di antibiotici rischia di creare danni futuri e di rendere inefficaci questi farmaci più in là negli anni» ricorda Hotaling,suggerendo anche l’utilizzo di anti-infiammatori come ibuprofene e acetaminofene nelle loro versioni pediatriche per alleviare i sintomi.
    Ma ci sono anche rimedi non farmacologici che possono rivelarsi altrettanto efficaci contro il fastidio dei sintomi, come per esempio applicare un panno tiepido (non caldo) vicino all’orecchio che fa male. E se proprio l’infezione diventa cronica e non se ne vuole andare, si può pensare di ricorrere a piccoli tubi da inserire nell’orecchio per mantenere la corretta ventilazione ed evitare la formazione e l’accumulo di liquido. «SI tratta di un piccolo intervento della durata di 15 minuti circa che richiede anestesia ma non è poi così invasivo» dice l’otorinolaringoiatra. «Si esegue in ambulatorio e dopo un’oretta circa il piccolo può tornare a casa».
    Fonte: Dica33.