• China

    24060.Cinchona-2

    PROVENIENZA

    La China è un albero abitualmente coltivato nelle regioni meridionale di Asia, India ed Indonesia e regioni centro-meridionali dell’Africa.  Può anche superare l’altezza di venti metri, e viene coltivata proprio per la raccolta della corteccia, la parte della pianta ricca in principi attivi.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    E’ abitualmente utilizzata la corteccia della China rossa, perché è la varietà nella quale gli alcaloidi prevalenti sono la cinconidina e la cinconina piuttosto che chinidina e chinina, l’alcaloide certamente più conosciuto, se non altro per motivi storici. L’altro gruppo di costituenti chimici utilizzabili è rappresentato da tannini e da glucosidi triterpenici (amari) simili a quelli presenti nell’Uncaria tomentosa,  che appartiene tra l’altro alla stessa famiglia delle Rubiacee. La corteccia di China è presente anche in Farmacopea Ufficiale, la quale prevede un titolo di alcaloidi non inferiore al 6,5 %.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    La China gialla (Cinchona Calisaya Wedd) è utilizzata per l’estrazione della chinina, perché tra tutte le varietà è quella con il maggior contenuto, mentre la China grigia (Cinchona Officinalis L.) è quella più impiegata dall’industria liquoristica. La China infatti costituisce un vero e proprio liquore, così come l’Assenzio è l’anima del vermouth. Del resto nella stessa medicina popolare la China viene ricordata come rimedio aperitivo e digestivo, sotto forma di tisana o di estratto idroalcolico, tonico e stimolante da utilizzarsi nei periodi di convalescenza.

    TISANA ALLA CHINA

    Preparazione della tisana: un cucchiaino da caffè di corteccia sminuzzata deve essere mantenuto in infusione in una tazza ndi acqua bollente per circa 15 ,inuti. Filtrare e bere sorseggiando mezz’ora prima del pasto. Si utilizza come aperitivo.

    CONTROINDICAZIONI

    Controindicata nei soggetti affetti da ulcera peptica e turbe della coagulazione; sconsigliata inoltre in gravidanza e nel periodo di allattamento. Un altro impiego popolare della corteccia di China è come grog antiinfluenzale; può essere dolcificato con miele e/o succo di limone. Peraltro, il solfato di chinina (chinino) è stato a lungo utilizzato come rimedio antimalarico ed antifebbrile.

    Possibili effetti collaterali: reazioni allergiche, o di intolleranza gastrica (vomito, nausea, gastroenterite), riduzione del numero di piastrine. Cautela è necessaria quando il paziente assume contemporaneamente farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti piastrinici.

  • Eleuterococco

    PROVENIENZA

    Detto anche ginseng siberiano, è una pianta tradizionalmente ritenuta “adattogena” in quanto aumenta la resistenza agli stress psicofisici migliorando la capacità dell’individuo, particolarmente per quanto riguarda le prestazioni fisiche. Si tratta di un arbusto spinoso che può raggiungere anche i due metri d’altezza, con foglie palmate e bacche nere o rossastre come frutto. Della pianta tuttavia si utilizza il rizoma e le radici nelle quali sono presenti eleuterosidi (ai quali erroneamente venivano attribuite tutte le proprietà della pianta), cumarine, olio essenziale, polifenoli, fitosteroli, in particolare polisaccaridi presenti in quantità tripla rispetto agli eleuterosisi. Nelle foglie abbondano invece saponine triterpeniche, come nell’edera, che del resto appartiene alla stessa famiglia.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    E’ tradizionalmente ritenuta la pianta dello sportivo,  anche se in verità mancano conferme scientifiche corrette per questa definizione.

    La maggior parte degli studi di carattere farmacologico e clinico, in particolare negli ultimi anni, ha invece confermato ed evidenziato un’importante attività immunostimolante a carico di alcuni estratti di Eleuterococco, che pertanto allarga di molto le sue potenzialità curative ed il suo impiego a scopo preventivo. L’effetto antifatica si è dimostrato utile in particolare nelle convalescenze delle malattie infettive. Del resto dal punto di vista farmacologico è stato in particolare dimostrato che gli estreatti di Eleteurococco:

    • Aumentano la fagocitosi;
    • Aumentano il numero dei linfociti T;
    • Aumentano le cellule natural killer;
    • Stimolano la produzione di interferone;
    • Stimolano la risposta anticorpale.

    Il miglioramento della risposta immunitaria dopo somministrazione di estratti di Eleuterococco è stato anche clinicamente dimostrato su soggetti sani e ammalati, in pazienti oncologici, con malattie del distretto otorinolaringoiatrico, come ad esempio le otiti, e del tubo digerente. Una casistica recente riguarda fra l’altro il trattamento della diarrea da antibiotici effetuato con estratti di Eleteurococco, che si sono dimostrati utili sia nella prevenzione che nella cura del disturbo, e ben tollerati.

    Pertanto le indicazioni principali all’uso di questa pianta riguardano le astenie, le convalescenze la malattie infettive e/o tumorali,  anche come coadiuvante di altre terapie.

    EFFETTI COLLATERALI

    In letteratura non sono riportati effetti collaterali,ad esclusione di un esiguo numero di casi di insonnia,irritabilità,palpitazioni e cefalea, peraltro tutti disturbi di incerta origine. Sono possibili anche terapie prolungate nel tempo. L’eleuterococco può comunque avere effetti ipoglicemizzanti. Sconsigliata l’auto medicazione.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI ELETEUROCOCCO

  • Uncaria

    uncariatomentosaherb

    PROVENIENZA

    L’Uncaria è una liana tipica della foresta Amazzonica, un’arbusto che tuttavia può raggioungere anche l’altezza di venti metri, con fusto legnoso, spine dritte e foglie con manto velloso. La droga vegetale è costituita dalla corteccia, caratteristicamente presente nella varietà bianca, gialla e rossa; la varietà a corteccia gialla è quella più ricca in principi attivi. L’uncaria è all’ottavo posto tra gli immunostimolanti di origine vegetale, che nel 1997 ha coperto negli USA un quarto del fatturato relativo alle piante medicinali.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    I curanderos peruviani la utilizzano per una infinità di proprietà biologiche:

    • Antitumorale;
    • Antidiarroico;
    • Antivirale;
    • Digestivo;
    • Emmenagogo;
    • Antireumatico;
    • Antiinfiammatorio;
    • Immunostimolante sotto forma di decotto di corteccia, infuso di foglie e tintura alcolica.

    I riscontri scientifici attuali invece confermano sostanzialmente le proprietà antiinfiammatorie, antiossidanti e soprattutto immunostimolanti, dose-dipendenti. L’attenzione dei cicli si era inizialmente focalizzata su questa piante in base ad un documento, privo per altro di scientificità, diffuso da un’azienda produttrice austriaca come materiale promozionale per un loro estratto standardizzato, che ne vantava proprietà antiretrovirali ed antitumorali.

    L’Uncarica è risultata priva di potere mutageno, priva di tossicità acuta, sub-acuta e cronica, mentre il primo lavoro di farmacologia clinica in doppio cieco contro  placebo (Firenzuoli et. al., 1997) ha confermato l’attività immunostimolante di un estratto di  uncaria tomentosa con doppia titolazione. Recentemente (Sheng et. al., 1998) è stata dimostrata, per la prima volta, l’induzione di apoptosi (morte cellulare programmata) e l’inibizione della proliferazione di cellule tumorali umane in due linee cellulari leucemiche ed una linea cellulare di linfoma B. Data l’enorme variabilità in natura e la poresenza di diversi chemio tipi di Uncaria, è consigliato ricorrere unicamente all’uso del fitocomplesso presente nell’estratto titolato e standardizzato di corteccia di Uncaria. La pianta è sicura ed efficace. Le indicazioni sono rappresentate dalla patologia infiammatoria ed infettiva cronica, malattie degenerative.  Consigliabile l’associazione con piante sinergiche quali l’Astragalo, la Curcuma e l’Eleuterocco.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Costituenti chimici: Alcaloidi ossindolici penta ciclici e tetra ciclici, Glicosidi triterpenici, Procianide, Sitosteroli, Mucillagini, vitamine e minerali. Sono stati identificati due chemio tipi di Uncaria tomentosa: uno ad alcaloidi ossindolici penta ciclici ad attività immunostimolante (pteropo dina, isopteropodina, mitrafillina, isomitrafillina, uncarina e spiciofillina); l’altro ad alcaloidi tetra ciclici (rincofillina, isorincofillina e corinanteina) ad attività sedativa (SNC) e ipotensiva (SNV).

    Gli alcaloidi tetra ciclici si comportano xome antagonisti dei penta ciclici. I glucosidi tritetpenici dell’acido quinovico presentano invece attività antiinfiammatoria (in vivo) ed antivirale (in vitro); i polifenoli (procianide ed epicatechine) hanno dimostrato importanti  attività antiinfiammatorie  e contribuicscono all’attività immunostimolante.

    Sperimentalmente, estratti di Uncaria stimolano la produzione di interleuchina 1 e 6 in macrofagi alveolari di ratto, esercitano attività protettiva nei confronti di infiammazione intestinale da indometacina, prevengono la formazione di radicali liberi, presentano attività antiinfiammatoria e soprattutto immunostimolante.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI UNCARIA

  • Portrait of beautiful young woman holding red heart against of forest

    La premessa da cui parte l’American Heart Association è che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità nelle donne americane. Poi guardando ai dati, possiamo dire che:

    • dal 1984 il tasso di mortalità annua per malattie cardiovascolari resta maggiore per le donne rispetto agli uomini.
    • Negli ultimi dieci anni, sono state riscontrate riduzioni della mortalità per malattie cardiovascolari nelle donne. La drastica riduzione dei tassi di mortalità nelle donne è attribuita a un aumento della consapevolezza, una maggiore attenzione alle donne e al rischio di malattia cardiovascolare, e ad una maggiore applicazione di trattamenti evidence-based per la malattia coronarica.

    Il documento pubblicato sulla rivista Circulation fa il punto sull’infarto miocardico acuto nelle donne, soffermandosi sulle differenze in termini di presentazione clinica, fisiopatologia, trattamento ed esiti.
    Un primo dato riguarda le innegabili disparità di trattamento che portano le donne ad avere esiti peggiori. Il secondo riguarda le minoranze etniche che risultano particolarmente a rischio di ‘discriminazione’. Infine, come se non bastasse, le donne inserite nei trial clinici su farmaci e dispositivi medici sono ancora poche.

    DONNE E CUORE: TUTTE LE CARATTERISTICHE AL FEMMINILE DELL’INFARTO IN TERMINI DI PRESENTAZIONE CLINICA, FISIOPATOLOGIA, TRATTAMENTO ED ESITI.

    • Valori elevati di pressione sanguigna, ovvero la presenza di ipertensione, rappresentano un fattore di rischio più alto nelle donne che non negli uomini, insieme al diabete che, se presente in una giovane donna, aumenta il rischio di malattie cardiache cinque volte più che in un giovane uomo.
    • La formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie è una delle principali cause di infarto, e può nelle donne vi è una maggiore possibilità che possano provocare danni.
    • I sintomi: sebbene il dolore toracico sia un sintomo comune nell’infarto, nelle donne sono molto più frequenti respiro corto, dolore alla schiena, alla mascella, nausea e vomito.
    • Il minore utilizzo di farmaci consigliati dalle linee-guida. Un dato che può essere spiegato considerando che le donne inserite nei trial clinici su farmaci e dispositivi medici sono ancora poche, le donne che effettuano la riabilitazione cardiaca sono meno degli uomini e, quelle che la effettuano, hanno minori possibilità di sopravvivenza rispetto agli uomini.
    • Le donne nere sono più soggette ad infarto, rispetto alle donne bianche perché più soggette a obesità, diabete e pressione alta.

    Le donne non possono ignorare questi dati e devono imparare ad affrontare nel modo giusto questo problema che le riguarda da vicino con caratteristiche specifiche di genere.

    DONNE E CUORE: QUALI CONSIGLI SEGUIRE?

    È fondamentale che le donne conoscano quali sono i giusti livelli di glicemia, colesterolo, pressione sanguigna, indice di massa corporea per stare in salute, in modo da imparare a tenere questi valori sempre sotto controllo.
    Perché essere informate significa imparare a condurre uno stile di vita sano, riuscire a prevenire questi disturbi o individuarli in tempo.

    Nella nostra farmacia puoi effettuare autoanalisi per la rilevazione della glicemia e tutto il corredo lipidico!

    Prevenire è importante!

     

    Fonte
    AHA Scientific Statement. Acute Myocardial Infarction in Women. A Scientific Statement From the American Heart AssociationPublished online before print January 25, 2016, doi: 10.1161/CIR.0000000000000351

    ↵TORNA A FOCUS

  • Finocchio

    Sono almeno tre le varietà più importanti di Finocchio: il Finocchio amaro o selvatico, il Finocchio dolce, ed il Finocchio coltivato come ortaggio ed utilizzato in cucina. Se i frutti (semi) del Finocchio sono utilizzati nelle spezie, quelli essicati del Finocchio selvatico costituiscono la vera e propria parte utilizzabile a scopo medicinale. Sono del resto presenti anche in Farmacopea Ufficiale.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    I costituenti chimici importanti presenti nei frutti sono rappresenti pressochè esclusivamente dall’Olio essenziale, ricco di trans-anetolo, estragolo e fencone, tra l’altro più concentrati proprio nella varietà selvatica. L’essenza di Finocchio dolce è più gradevole ma meno ricca in principi attivi.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    L’essenza di Finocchio esercita contemporaneamente un’attività antispastica senza ridurre la fisiologica peristalsi intestinale: il risultato finale è una migliore progressione del contenuto intestinale, una minore formazione di grosse bolle di gas, ed un ridotto tempo di permanenza e transito nel tubo gastroenterico. Può essere considerato un buon rimedio vegetale ad attività procinetica ed antispastica. L’anetolo presente nell’olio essenziale inoltre viene eliminato facilmente attraverso l’apparato respiratorio dove esercita un effetto fluidificante le secrezioni catarrali.

    INDICAZIONI CLINICHE

    Tuttavia le più importanti indicazioni cliniche sono rappresentate da:

    • stati spastici del tubo digerente
    • ernia iatale
    • flatulenza
    • digestioni lente
    • stitichezza

    I frutti del finocchio sono ampiamente utilizzati nelle preparazioni di molte tisane in quanto aromatizzanti, presenti anche in numerose specie del Formulario Galenico Nazionale per la preparazione di estratti a scopo medicinale. L’olio essenziale è ottenuto per distillazione dei frutti del Finocchio e rappresenta una forma estrattiva usata spesso in fitoterapia: può essere preparata in capsule dal farmacista.  

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI FINOCCHIO

  • Artiglio del diavolo

    PROVENIENZA

    Se l’Artiglio del Diavolo è utilizzato da secoli nel continente Sud-Africano, per gli occidentali è una scoperta relativamente recente. Nel 1904, nel sud-ovest dell’Africa la guerra imperversava. Le tribù degli Ottentotti si rivoltarono contro l’instaurazione del protettorato tedesco e vi furono numerosi feriti. Un medico tedesco, Menhert, constatò la rapidità con la quale le ferite degli Ottentotti si cicatrizzavano e si accorse che questi utilizzano un decotto della radice di Artiglio del Diavolo. Riuscì a procurarsi un campione di questa radice che inviò in Germania, dove venne analizzata: fu identificata come Harpagophytum procumbes.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Le radici di Artiglio del Diavolo sono ricche di Glucoiridoidi: l’Arpagoside e il Procumbide, dalle indiscusse attività antinfiammatorie e analgesiche (antidolorifiche). L’interesse di questa pianta nella cura delle manifestazioni articolari dolorose, dei reumatismi, delll’artrosi, dell’artrite (ginocchio, anca, colonna vertebrale) e delle tendiniti è universalmente riconosciuto e non dà effetti indesiderati, soprattutto allo stomaco. In effetti, il meccanismo d’azione dell’Artiglio del Diavolo è diverso da quello dei FANS (antinfiammatori non steroidei). Questi ultimi agiscono inibendo la biosintesi delle prostaglandine e provocano effetti indesiderati come acidità gastrica. Quindi l’Artiglio del Diavolo permette di sostituire vantaggiosamente le cure antinfiammatorie classiche ed è efficace anche negli sportivi.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI ARTIGLIO DEL DIAVOLO

  • Zenzero

    PROVENIENZA

    Usato universalmente in gastronomia, lo Zenzero o Ginger, da non confondere con il peperoncino, è in realtà una pianta originaria dell’estremo oriente. E’ oggi coltivata in numerose varietà soprattutto in Cina ed in molti paesi tropicali.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Della pianta si utilizza il rizoma (radice), contenente cellulosa e carboidrati, ma ricco anche di olio essenziale (sesquiterpeni ed alcoli) e di una serie di composti detti Gingeroli e Shogaoli responsabili dell’aroma acre e delle attività biologiche.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Le Attività farmacologiche dimostrate per gli estratti di zenzero sono:

    • procinetico
    • antiistaminico
    • antiinfiammatorio

    A livello dell’apparato digerente infatti stimola i normali movimenti peristaltici dello stomaco e dell’intestino (procinetico), esplicando anche un effetto antinausea e antivomito (probabilmente per azione sul Sistema Nervoso Centrale sui recettori per dopamina e serotonina). Per questa proprietà alcuni estratti di zenzero sono stati con successo utilizzati nella prevenzione del vomito da cinetosi. I principi attivi dello Zenzero, una volta assorbiti, sono responsabili di un’importante attività antiinfiammatoria a livello sistemico; inibiscono infatti le cicloossigenasi e le lipososigenasi, con conseguente riduzione di infiammazione e dolore nelle malattie reumatiche e nell’emicrania. E’ noto peraltro l’effetto protettivo dello zenzero sulla mucosa gastrica; pertanto la pianta potrebbe anche rappresentare un rimedio complementare per i pazienti affetti da aritrite.

    INDICAZIONI

    Esistono studi sull’uomo e sull’animale che confermano l’efficacia e la sicurezza nell’impiego, anche se sono indispensabili studi controllati, nella prevenzione di cinetosi (mal d’auto, mal di mare), nausea, vomito, digestioni difficili, dispepsie, ernia iatale, disappetenze nervose, sindromi artritiche di varia origine. L’impiego tradizionale era per applicazioni locali; nei casi di periartriti e fibromiositi sembra invece ragionevolmente sfruttabile anche come antiinfiammatorio per via sistemica. Non trova alcun riscontro l’impiego popolare dello zenzero come stimolante sessuale o afrodisiaco come l’indicazione per i disturbi mestruali.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI ZENZERO

     

  • Rhodiola Rosea

    PROVENIENZA

    La Rhodiola conosciuta come la “radice d’oro”, è diffusa nei grandi spazi dell’Europa del nord e nelle regioni montane d’Europa e dell’Asia.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Possiede proprietà adattogene, ossia permette di adattarsi più facilmente a situazioni emozionali stressanti. I risultati di studi effettuati indicano che l’apporto di Rhodiola permette di mantenere migliori performance cognitive malgrado la stanchezza e lo stress. Un altro studio realizzato su studenti ha dimostrato un netto miglioramento del loro benessere, della forma fisica, della loro coordinazione e una diminuzione della stanchezza. E’ la pianta consigliata per i periodi d’esame. La Rhodiola può aiutare a ritrovare la calma e ad eliminare le tensioni interiori: è la pianta da utilizzare i situazioni di stress sia emotivo che fisico.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI RHODIOLA

  • Valeriana

    PROVENIENZA

    La Valeriana è tradizionalmente ritenuta una pianta ad attività sedativa in tutta Europa a scopo medicinale; cresce comunque spontanea anche nei luoghi freschi ed umidi dei nostri monti. Entra a far parte di numerose specialità farmaceutiche ed erboristiche, e la Farmacopea Ufficiale Italiana prevede ben due monografie relative alla Valeriana. Nonostante in passato sia stata indicata addirittura come rimedio per il mal di gola e l’epilessia, la moderna ricerca scientifica ha in realtà confermato unicamente le attività sedative ed ipnotiche della pianta, ritenuta tra l’altro non tossica, il cui uso è privo di significativi fenomeni di dipendenza.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Della pianta si utilizzano il rizoma e le radici, i cui costituenti chimici più importanti sono: acidi valerenici (ed altri derivati terpenici presenti nell’olio essenziale), valepotriati (valtrato e baldrinale), alcuni alcaloidi (valeranina, attinidina e valtrossale). I costituenti chimici presenti negli estratti sono responsabili dell’attività tranquillizzante, attività ansiolitica e sedativa sul Sistema Nervoso Centrale, per azione specifica sui recettori per le benzodiazepine (le componenti lipofile quali i valepotriati), e sui recettori per il GABA (acido γ-ammino butirrico), in particolare le componenti idrofile quali gli acidi valerenici.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Nessuno studio farmacologico o clinico è riuscito finora ad attribuire l’attività sedativa degli estratti di Valeriana ad un costituente chimico isolato piuttosto che ad un altro, dimostrando ancora una volta la superiorità del fitocomplesso sulla singola molecola, pur presente nell’estratto stesso. In particolare, effetti sedativi clinicamente confermati sono stati dimostrati per l’estratto standardizzato in acidi valerenici. L’attività ipnoinducente della Valeriana è stata pure confermata con dimostrazioni elettroencefalografiche, senza alterazioni della fase REM. Alcuni studi di carattere unicamente farmacologico, sull’animale, hanno dimostrato proprietà anticonvulsivanti per l’acido valerenico, ma non confermate in clinica.

    INDICAZIONI

    La pianta ed i suoi derivati posso essere utilizzati nella cura dell’insonnia e dei disturbi del sonno, come pure terapia complementare di alcune manifestazioni di tipo ansioso (attacchi di panico, crisi di angoscia, tremori, crampi addominali, irritabilità, tensione nervosa, vertigini psicogene, colon irritabile, palpitazioni e cefalea).

    Data l’ampia variabilità di principi attivi che si riscontra nella pianta, e dato il cattivo sapore delle preparazioni estemporanee quali infuso e decotto, la forma estrattiva che offre maggiori garanzie di efficacia e tollerabilità è certamente l’estratto secco titolato e standardizzato in principi attivi. La Valeriana non può essere sostituita dalla Valeriana rossa, priva di riscontri scientifici.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI VALERIANA

     

  • Echinacea

    PROVENIENZA

    Molto diffuso in Europa e nel Nord America l’impiego del succo fresco di Echinacea come rimedio popolare per le ferite torpide ed infettate, così come rimedio antinfluenzale, da taluni considerato come afrodisiaco.

    Le moderne ricerche scientifiche, di carattere fitochimico, farmacologico e clinico hanno permesso di confermare alcune importanti attività biologiche, in particolare a carico degli estratti di radice delle tre specie. La pianta è presente anche in alcune specialità farmaceutiche tedesche.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    I costituenti chimici sono rappresentati da: polisaccaridi, glicoproteine,flavonoidi,derivati dll’acido caffeico (acido cicorico ed echinacoside), polieni, alchila midi ed un olio essenziale.

    I costituenti attivi ritenuti attualmente responsabili delle proprietà antivirali ed immunostimolanti  sono molteplici, dalle glicoproteine alle alchilamidi, ma in particolare il gruppo dei polisaccaridi (fra i quali arabinogalattani ed arabinoxilani), mentre delle proprietà antibatteriche è responsabile l’olio essenziale, ricco in terpeni, presente tuttavia in scarsa quantità.

    Tra i polifenoli, l’echinacoside, da sempre ritenuto il costituente più importante, in realtà si è dimostrato addirittura incapace di stimolare la fagocitosi. Anche per questi motivi, così come per altre piante medicinali, anche per l’echinacea la forma moderna di impiego fitoterapico è rappresentata dall’estratto secco titolato  con doppia standardizzazione:  polissacaridi 15% ed echinacoside 4%. Posologia media consigliata200-400 mg per 2-3 volte al giorno.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Lavori sperimentali in vitro ed in vivo, anche con studi clinici controllati hanno dimostrato le seguenti proprietà farmacologiche:

    • Aumenta le difese immunitarie in corso di raffreddore ed influenza, con aumento dell’attività macrofagica;
    • Aumenta la produzione di alfa e beta interferone, TFN-alfa e citochine (IL-1, IL-6 e in particolare IL-10);
    • Stimola la fagocitosi ed aumenta la chimiotassi dei leucociti;
    • Esplica un effetto Antiinfiammatorio, in particolare inibisce la ialuronidasi batterica;
    • Attività antivirale (herpes ed influenza) è stata dimostrata anche sperimentalmente;
    • Attività antibatterica (olio essenziale).

    Pochissimi sono gli studi clinici attendibili, condotti cioè con metodologia scientifica. Quelli esistenti comunque hanno confermato l’efficacia nella prevenzione e terapia delle malattie infiammatorie ed infettive delle vie aeree, soprattutto quelle di tipo virale. Sono tuttavia risultati inefficaci gli estratti idroalcolici (tinture ed estratti fluidi, non titolati e standardizzati nel modo corretto).

    Gli estratti della pianta, oltre all’efficacia clinica, hanno dimostrato sicurezza ed assenza di significativi effetti collaterali.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

    CLICCA QUI PER I PRODOTTI A BASE DI ECHINACEA