• Zenzero

    PROVENIENZA

    Usato universalmente in gastronomia, lo Zenzero o Ginger, da non confondere con il peperoncino, è in realtà una pianta originaria dell’estremo oriente. E’ oggi coltivata in numerose varietà soprattutto in Cina ed in molti paesi tropicali.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Della pianta si utilizza il rizoma (radice), contenente cellulosa e carboidrati, ma ricco anche di olio essenziale (sesquiterpeni ed alcoli) e di una serie di composti detti Gingeroli e Shogaoli responsabili dell’aroma acre e delle attività biologiche.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Le Attività farmacologiche dimostrate per gli estratti di zenzero sono:

    • procinetico
    • antiistaminico
    • antiinfiammatorio

    A livello dell’apparato digerente infatti stimola i normali movimenti peristaltici dello stomaco e dell’intestino (procinetico), esplicando anche un effetto antinausea e antivomito (probabilmente per azione sul Sistema Nervoso Centrale sui recettori per dopamina e serotonina). Per questa proprietà alcuni estratti di zenzero sono stati con successo utilizzati nella prevenzione del vomito da cinetosi. I principi attivi dello Zenzero, una volta assorbiti, sono responsabili di un’importante attività antiinfiammatoria a livello sistemico; inibiscono infatti le cicloossigenasi e le lipososigenasi, con conseguente riduzione di infiammazione e dolore nelle malattie reumatiche e nell’emicrania. E’ noto peraltro l’effetto protettivo dello zenzero sulla mucosa gastrica; pertanto la pianta potrebbe anche rappresentare un rimedio complementare per i pazienti affetti da aritrite.

    INDICAZIONI

    Esistono studi sull’uomo e sull’animale che confermano l’efficacia e la sicurezza nell’impiego, anche se sono indispensabili studi controllati, nella prevenzione di cinetosi (mal d’auto, mal di mare), nausea, vomito, digestioni difficili, dispepsie, ernia iatale, disappetenze nervose, sindromi artritiche di varia origine. L’impiego tradizionale era per applicazioni locali; nei casi di periartriti e fibromiositi sembra invece ragionevolmente sfruttabile anche come antiinfiammatorio per via sistemica. Non trova alcun riscontro l’impiego popolare dello zenzero come stimolante sessuale o afrodisiaco come l’indicazione per i disturbi mestruali.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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  • Rhodiola Rosea

    PROVENIENZA

    La Rhodiola conosciuta come la “radice d’oro”, è diffusa nei grandi spazi dell’Europa del nord e nelle regioni montane d’Europa e dell’Asia.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Possiede proprietà adattogene, ossia permette di adattarsi più facilmente a situazioni emozionali stressanti. I risultati di studi effettuati indicano che l’apporto di Rhodiola permette di mantenere migliori performance cognitive malgrado la stanchezza e lo stress. Un altro studio realizzato su studenti ha dimostrato un netto miglioramento del loro benessere, della forma fisica, della loro coordinazione e una diminuzione della stanchezza. E’ la pianta consigliata per i periodi d’esame. La Rhodiola può aiutare a ritrovare la calma e ad eliminare le tensioni interiori: è la pianta da utilizzare i situazioni di stress sia emotivo che fisico.

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  • Valeriana

    PROVENIENZA

    La Valeriana è tradizionalmente ritenuta una pianta ad attività sedativa in tutta Europa a scopo medicinale; cresce comunque spontanea anche nei luoghi freschi ed umidi dei nostri monti. Entra a far parte di numerose specialità farmaceutiche ed erboristiche, e la Farmacopea Ufficiale Italiana prevede ben due monografie relative alla Valeriana. Nonostante in passato sia stata indicata addirittura come rimedio per il mal di gola e l’epilessia, la moderna ricerca scientifica ha in realtà confermato unicamente le attività sedative ed ipnotiche della pianta, ritenuta tra l’altro non tossica, il cui uso è privo di significativi fenomeni di dipendenza.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Della pianta si utilizzano il rizoma e le radici, i cui costituenti chimici più importanti sono: acidi valerenici (ed altri derivati terpenici presenti nell’olio essenziale), valepotriati (valtrato e baldrinale), alcuni alcaloidi (valeranina, attinidina e valtrossale). I costituenti chimici presenti negli estratti sono responsabili dell’attività tranquillizzante, attività ansiolitica e sedativa sul Sistema Nervoso Centrale, per azione specifica sui recettori per le benzodiazepine (le componenti lipofile quali i valepotriati), e sui recettori per il GABA (acido γ-ammino butirrico), in particolare le componenti idrofile quali gli acidi valerenici.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Nessuno studio farmacologico o clinico è riuscito finora ad attribuire l’attività sedativa degli estratti di Valeriana ad un costituente chimico isolato piuttosto che ad un altro, dimostrando ancora una volta la superiorità del fitocomplesso sulla singola molecola, pur presente nell’estratto stesso. In particolare, effetti sedativi clinicamente confermati sono stati dimostrati per l’estratto standardizzato in acidi valerenici. L’attività ipnoinducente della Valeriana è stata pure confermata con dimostrazioni elettroencefalografiche, senza alterazioni della fase REM. Alcuni studi di carattere unicamente farmacologico, sull’animale, hanno dimostrato proprietà anticonvulsivanti per l’acido valerenico, ma non confermate in clinica.

    INDICAZIONI

    La pianta ed i suoi derivati posso essere utilizzati nella cura dell’insonnia e dei disturbi del sonno, come pure terapia complementare di alcune manifestazioni di tipo ansioso (attacchi di panico, crisi di angoscia, tremori, crampi addominali, irritabilità, tensione nervosa, vertigini psicogene, colon irritabile, palpitazioni e cefalea).

    Data l’ampia variabilità di principi attivi che si riscontra nella pianta, e dato il cattivo sapore delle preparazioni estemporanee quali infuso e decotto, la forma estrattiva che offre maggiori garanzie di efficacia e tollerabilità è certamente l’estratto secco titolato e standardizzato in principi attivi. La Valeriana non può essere sostituita dalla Valeriana rossa, priva di riscontri scientifici.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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  • Echinacea

    PROVENIENZA

    Molto diffuso in Europa e nel Nord America l’impiego del succo fresco di Echinacea come rimedio popolare per le ferite torpide ed infettate, così come rimedio antinfluenzale, da taluni considerato come afrodisiaco.

    Le moderne ricerche scientifiche, di carattere fitochimico, farmacologico e clinico hanno permesso di confermare alcune importanti attività biologiche, in particolare a carico degli estratti di radice delle tre specie. La pianta è presente anche in alcune specialità farmaceutiche tedesche.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    I costituenti chimici sono rappresentati da: polisaccaridi, glicoproteine,flavonoidi,derivati dll’acido caffeico (acido cicorico ed echinacoside), polieni, alchila midi ed un olio essenziale.

    I costituenti attivi ritenuti attualmente responsabili delle proprietà antivirali ed immunostimolanti  sono molteplici, dalle glicoproteine alle alchilamidi, ma in particolare il gruppo dei polisaccaridi (fra i quali arabinogalattani ed arabinoxilani), mentre delle proprietà antibatteriche è responsabile l’olio essenziale, ricco in terpeni, presente tuttavia in scarsa quantità.

    Tra i polifenoli, l’echinacoside, da sempre ritenuto il costituente più importante, in realtà si è dimostrato addirittura incapace di stimolare la fagocitosi. Anche per questi motivi, così come per altre piante medicinali, anche per l’echinacea la forma moderna di impiego fitoterapico è rappresentata dall’estratto secco titolato  con doppia standardizzazione:  polissacaridi 15% ed echinacoside 4%. Posologia media consigliata200-400 mg per 2-3 volte al giorno.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Lavori sperimentali in vitro ed in vivo, anche con studi clinici controllati hanno dimostrato le seguenti proprietà farmacologiche:

    • Aumenta le difese immunitarie in corso di raffreddore ed influenza, con aumento dell’attività macrofagica;
    • Aumenta la produzione di alfa e beta interferone, TFN-alfa e citochine (IL-1, IL-6 e in particolare IL-10);
    • Stimola la fagocitosi ed aumenta la chimiotassi dei leucociti;
    • Esplica un effetto Antiinfiammatorio, in particolare inibisce la ialuronidasi batterica;
    • Attività antivirale (herpes ed influenza) è stata dimostrata anche sperimentalmente;
    • Attività antibatterica (olio essenziale).

    Pochissimi sono gli studi clinici attendibili, condotti cioè con metodologia scientifica. Quelli esistenti comunque hanno confermato l’efficacia nella prevenzione e terapia delle malattie infiammatorie ed infettive delle vie aeree, soprattutto quelle di tipo virale. Sono tuttavia risultati inefficaci gli estratti idroalcolici (tinture ed estratti fluidi, non titolati e standardizzati nel modo corretto).

    Gli estratti della pianta, oltre all’efficacia clinica, hanno dimostrato sicurezza ed assenza di significativi effetti collaterali.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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  • DEFIBRILLATORE SEMIAUTOMATICO – PROGETTO CUORE VITA

    PROGETTO CUOREVITACuore amico

    Nell’ambito del progetto “CUOREVITA”, ideato dall’Amministrazione Comunale di Isola Vicentina sono stati posizionati nel nostro comune sette defibrillatori: presso le scuole medie ed elementari, il palazzetto dello sport, le farmacie di Isola e Castelnovo. Davanti alla nostra farmacia, in piazza a Isola, ne sarà posizionato uno, donato da noi all’Amministrazione.

    Cosa è un defibrillatore?

    E’ uno strumento salvavita, serve a rilasciare una scarica elettrica calcolata a 150 J per un paziente adulto e ha la possibilità, attraverso degli speciali elettrodi pediatrici, di poter defibrillare bambini sotto gli otto anni con scariche più contenute. Vedi figura n.1

    Cosa vuol dire defibrillare?

    Dare una scarica elettrica al cuore, in caso di arresto cardiaco, per riattivarne le normali funzionalità, farlo cioè ripartire!

    Misure e peso oltre che una estrema facilità di utilizzo, sono le caratteristiche che rendono questa macchina innovativa e semplice da usare. Infatti è in grado di parlare all’utente e di guidarne le manovre necessarie in emergenza, questo attraverso una voce guida che fornisce indicazioni in tempo reale.

    E’ poi in grado ciclicamente di effettuare degli autotest, comprese auto scariche trimestrali, tutto per garantire sempre il funzionamento ottimale.

    L’Amministrazione Comunale ha attivato dei corsi base sul loro uso per sensibilizzare la popolazione e fornire istruzioni al maggior numero di persone possibili.

    Figura n.1

    Cos’è l’arresto cardiaco?

    L’arresto cardiaco è una grave condizione clinica d’emergenza, caratterizzata dall’improvvisa e inaspettata interruzione dell’attività cardiaca e dalla perdita di conoscenza e delle capacità respiratorie.

    Esso è così grave che, se non s’interviene immediatamente, nel giro di pochissimi minuti provoca dei danni permanenti al cervello e la morte dell’individuo colpito.

    Per le sue caratteristiche di repentinità, imprevedibilità e letalità, l’arresto cardiaco viene detto anche morte cardiaca improvvisa o arresto cardiaco improvviso.

    Spesso molti identificano l’arresto cardiaco con l’attacco di cuore (comunemente chiamato infarto). Tuttavia, sono due disturbi differenti, in quanto hanno natura distinta: all’origine dell’infarto c’è una interruzione del flusso di sangue diretto al cuore con conseguente morte della parte del miocardio interessata a tale interruzione; all’origine dell’arresto cardiaco, invece, c’è una alterazione del ritmo sinusale, ovvero una gravissima forma di ARITMIA (fibrillazione ventricolare) che porta il cuore, anziché contrarsi e pompare il sangue verso i vari organi del corpo, a vibrare in modo del tutto inutile e inefficace, per cui ad esmpio il cervello non viene più irrorato, va’ in sofferenza e muore.Defibrillatore_simbolo

    Proviamo a immaginare ora il cuore come percorso da un impianto elettrico (in verde nella figura n.2) e capace di generare e condurre da sé gli impulsi elettrici per la contrazione degli atri e dei ventricoli al fine di avere una funzionalità normale. La sorgente di tali impulsi si trova a livello dell’atrio destro del cuore e si chiama nodo seno atriale (vedi figura n.2) il quale ha il compito di scandire, come un metronomo, la giusta frequenza di contrazione che poi si propaga in tutto il cuore attraverso il suddetto impianto elettrico.

    Ecco che una qualsiasi interruzione o anomalia in questo sistema produce una aritmia ed è lì che interviene il defibrillatore ripristinando, quando possibili, il normale circuito elettrico cardiaco e la giusta frequenza.

    figura n.2

    Secondo uno studio statistico, in Italia, l’arresto cardiaco ha un’incidenza annuale pari a un caso ogni 1000 abitanti e una mortalità elevata, in assenza di aiuti terapeutici è del 2%, che sale fino al 50% con l’uso in tempo utile del defibrillatore e della rianimazione cardio polmonare RCP o massaggio cardiaco.

    E’ più frequente tra gli uomini dai 45 anni e le donne dai 55 anni in su (nei giovani è legato a particolari difetti congeniti del cuore cioè presenti dalla nascita) ed è più frequente per il sesso maschile, 3 a 1.

    Ecco perché siamo forse un’ ISOLA un po’ più sicura…

  • La nostra Rivista

    Da circa un anno abbiamo ampliato la nostra offerta formativa con l’introduzione della nostra rivista con la finalità di un costante rapporto con i clienti per informare su tematiche sanitarie e per presentare i nostri nuovi servizi e promozioni. In questa pagina potete consultare l’ultimo numero della rivista e tutti i numeri precedenti. Non ci resta che dire…Buona Lettura!

    Primavera 2019

    Inverno 2018

    Autunno 2018

    Estate 2018

    Primavera 2018

     Inverno 2017

     Autunno 2017

    Estate 2017

    Primavera 2017

     

    inverno

    Inverno 2016

     

    primavera

    Autunno 2016

    prima

    Estate 2016Immagine

    Primavera 2016

    rivista

     Inverno 2015

    rivista dicembre

    Autunno 2015

    rivista autunno

    Estate 2015

    rivista estate

    Primavera 2015

    rivista primavera2015

    Inverno 2014

    inverno2014

     

  • Test per le intolleranze alimentari – Lattosio – Celiachia

    Nella nostra Farmacia effettuiamo test per ricercare intolleranze alimentari, al Lattosio e inoltre anche il test per l’autodiagnosi della celiachia.

    Tutti questi test possono essere eseguiti istantaneamente in farmacia senza alcuna prenotazione!

    Andiamo ora a presentare singolarmente le tipologie di test:

    Test per le intolleranze alimentari FOOD INTOLERANCE TEST F.I.T.

    Il Food Intolerance Test (test per le intolleranze alimentari, abbreviato F.I.T.) è un test, effettuato mediante la metodica ELISA, che permette di individuare quali siano le proteine alimentari contro le quali l’organismo ha reazioni avverse. È disponibile nelle versioni da 46, 92 e 184 alimenti, oppure nella versione FIT 92 alimenti L.O.V. (Latto-Ovo-Vegetariano).

    Anche tra i cibi quotidiani, in apparenza graditi e innocui, si possono nascondere alimenti verso i quali il nostro corpo ha sviluppato le cosiddette intolleranze alimentari: si tratta di reazioni dose dipendenti (proporzionali alla quantità di alimento introdotto), i cui sintomi sono legati all’accumulo di sostanze non tollerate dall’organismo e che compaiono con un certo ritardo rispetto all’assunzione del cibo, per questo non è possibile collegare in modo automatico cause ed effetti.

    Food Intolerance TestIl Test è rivolto in generale a chiunque desideri intraprendere uno stile alimentare più corretto, che tenga cioè conto degli alimenti non tollerati, oppure, prima di sottoporsi ad analisi o esami strumentali invasivi,se hai uno o più di uno di questi sintomi:

    • Sintomi generali: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione;
    • Sistema nervoso: cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini;
    • Apparato respiratorio: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite;
    • Apparato cardiocircolatorio: alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli;
    • Apparato gastro-enterico: gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), aerofagia;
    • Apparato urogenitale: cistiti, infiammazioni urogenitali, sindrome premestruale;
    • Apparato muscolo-scheletrico: crampi, tremori muscolari, debolezza muscolare, dolori articolari, infiammazioni muscolo-tendinee;
    • Epidermide: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti.

    Il test viene effettuato mediante analisi su un campione di sangue e non serve essere a digiuno in quanto il prelievo può essere eseguito in qualsiasi momento della giornata. Il campione viene spedito al Laboratorio Natrix di Reggio Emilia dove viene analizzato. In circa una settimana arriverà in farmacia il referto cartaceo con gli esiti delle intolleranze in base alla scelta degli alimenti. Natrix mette a disposizione un numero verde da contattare per avere chiarimenti sul risultato del test e su come impostare uno specifico protocollo alimentare.

    Test per l’intolleranza al Lattosio Gentras

    Con il Test del Lattosio della Gentras è sufficiente prelevare un campione di cellule dalle pareti interne delle guance  con un metodo totalmente indolore. Con questo sistema si ha la certezza di essere o non essere intolleranti al lattosio perché si basa sulla ricerca del gene che codifica la lattasi. Il campione viene prelevato dalla mucosa orale, ma potrebbe essere fatto4 da qualunque altra parte del corpo, per essere sicuri che non ci siano contaminazioni con DNA altrui come potrebbe facilmente succedere per esempio su una mano o sul viso.

    Il campione prelevato essendo particolarmente stabile può essere spedito, senza particolari precauzioni, ai laboratori Gentras per l’analisi e la refertazione medica che verrà inviata v
    ia posta. Qualora si risultasse intolleranti è necessario curare la propria dieta evitando alimenti che contengano lattosio nel limite del possibile. In commercio sono disponibili anche dei prodotti a base di lattasi, anche 100% di origine vegetale, da assumere prima di un pasto “a rischio”, in grado di facilitare la digestione del lattosio.

    I cibi contenenti le maggiori concentrazioni di lattosio sono il latte, lo yogurt, i formaggi e il burro, ma lo si trova anche in alimenti insospettabili e in preparati industriali. 

    Conoscere il proprio stato di salute e assumere comportamenti quotidiani mirati alla salvaguardia del proprio benessere e della propria salute sono aspetti fondamentali per mantenere stomaco e intestino in buone condizioni.

    L’intestino è il nostro secondo cervello, non trascuriamolo!

    Test autodiagnosi della celiachia Xeliac Test Pro

    Xeliac Test PRO è un test per l’autodiagnosi della celiachia. Rappresenta uno strumento di diagnosi iniziale (“screening di primo livello”) che ti aiuta a individuare la celiachia e a facilitare la diagnosi di una malattia ampiamente sottostimata per la presenza di sintomi sfumati e facilmente correlabili ad altre patologie (sindrome del colon confezione-apertairritabile e diverse altre).

    La Celiachia è dovuta a un’intolleranza permanente al glutine, un complesso di proteine che si trovano nel grano, nell’orzo, nella segale, in molti altri cereali e in tutti i cibi che li contengono.
    Nei soggetti celiaci l’intolleranza al glutine si manifesta con una risposta di difesa immunitaria che implica la produzione di specifici anticorpi: IgA e IgG anti-transglutaminasi che reagiscono verso il glutine riconosciuto come sostanza estranea dal proprio organismo. Il Test misura la presenza di anticorpi specifici per la celiachia, denominati di classe A (IgA) e di classe G (IgG) anti-transglutaminasi, in una goccia del tuo sangue. Si richiede solo 1 goccia abbondante (20 µl) di sangue e può essere eseguito e letto in circa 5-10 minuti.

    Un test che ti porta l’ambulatorio in farmacia e ti aiuta a uscire dal dubbio.  Saperlo prima è meglio.

     

  • Osteoporosi

    osteoporosi19141014_mlDEFINIZIONE

    Condizione caratterizzata dalla progressiva diminuzione della densità dell’osso, con conseguente aumento della sua fragilità e suscettibilità alle fratture. In condizioni normali, la resistenza e la compattezza delle ossa è data dal loro contenuto in minerali ( come calcio e fosforo ). Quando questo diminuisce, a seguito di processi fisiologici o patologici, le ossa perdono di resistenza e compare l’osteoporosi.

    CAUSE

    La densità ossea diminuisce normalmente con l’età e l’osteoporosi spesso subentra con l’invecchiamento , in particolare nelle donne dopo la Menopausa, favorita anche dalla riduzione del livello di ormoni sessuali ( estrogeni ). Altre possibili cause di osteoporosi secondaria sono: l’immobilizzazione prolungata, l’Insufficienza renale cronica, i disturbi ormonali e l’assunzione a lungo termine di farmaci ( come i cortisonici e gli anticonvulsivanti ). Fumo, alcol, disturbi del comportamento alimentare ( Anoressia, Bulimia), ossa sottili per costituzione scheletrica, sono tutti fattori di rischio per la comparsa di osteoporosi.

    SINTOMI

    L’osteoporosi non produce sintomi fino a quando la fragilità delle ossa colpite non determina la comparsa di fratture cosiddette patologiche, che cioè avvengono in condizioni che solitamente non provocherebbe un tale danno all’osso . Particolarmente frequenti e pericolose sono le fratture del femore e dell’anca. Le vertebre indebolite possono collassare spontaneamente o a seguito di traumi minimi, determinando la comparsa di dolore intenso e improvviso o di un mal di schiena cronico.

    DIAGNOSI

    La diagnosi di osteoporosi è spesso accidentale, in seguito a radiografie eseguite per altri motivi. La mineralometria osseacomputerizzata (MOC), con apparecchio a raggi X (DEXA, radiodensitometria a doppia energia ) o con ultrasuoni, è l’esame utilizzato per misurare la densità ossea e valutare la presenza e la gravità della malattia. Vengono spesso associati esami del sangue per misurare i livelli di calcio e fosforo e degli ormoni coinvolti nel metabolismo osseo.osteoporosi-in-Italia-eta-sesso

    CURE

    Le donne in Menopausa a rischio di osteoporosi possono utilizzare la terapia estrogenica sostitutiva o il raloxifene ( un modulatore selettivo del recettori degli estrogeni ) per prevenire o bloccare la perdita di densità ossea. In tutti i tipi di osteoporosi, i farmaci appartenenti alla classe dei bifosfonati ( come alendronato, zoledronato, risedronato ), in grado di inibire il riassorbimento osseo, vengono utilizzati a scopo sia preventivo che terapeutico. Indicata in alcuni casi anche la calcitonina sotto forma di spray nasale.Recentemente, è stato introdotto in terapia l’ormone paratiroideo ( teriparatide ), con risultati incoraggianti.

    CURE ALTERNATIVE

    Per l’osteoporosi la fitoterapia propone, fra l’altro, pappa reale, equiseto, avena sativa, eleuterococco e olio essenziale di limone. Disponibili anche terapie omeopatiche.

    ALIMENTAZIONE

    La dieta deve essere ricca di calcio e di vitamina D, eventualmente ricorrendo anche ad integratori . Oltre ai latticini (considerati la migliore fonte di calcio), sono ricche del minerale anche alcune alghe marine ( kelp e dulse ), broccoli, cavolo verde, cime di rapa, tofu, fagioli, soia e crusca di grano.

     

    Fonte:Dica33.

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  • La Psicologa in farmacia

    EMOZIONI: NEMICHE AMICHE

    Perché esistono le emozioni? A che cosa servono? Perché ci fanno star male?

    Solitamente distinguiamo le emozioni tra belle e brutte, ma questa è un’abitudine che rischia di trarci in inganno, infatti è più corretto definire le emozioni come PIACEVOLI O SPIACEVOLI. La cosa però veramente importante da sapere è che TUTTE LE EMOZIONI SONO UTILI perché funzionali a comunicarci qualcosa di noi e della situazione che stiamo vivendo. Le emozioni ci rendono completi integrando tutte le nostre diverse parti della nostra personalità.

    Ciascuno di noi è un fiore che ha bisogno di tutti i suoi petali, quindi di ciascuna emozione, per dirsi completo. Felicità, gioia, entusiasmo sono facili da accettare e da accogliere, ma come reagiamo quando invece proviamo rabbia, delusione, tristezza, paura? Cosa ci accade quando una situazione o un pensiero ci fa star male? Siamo in grado di impiegare al meglio l’emozione che proviamo per crescere con lei o ne rifuggiamo o addirittura la scacciamo in malo modo?

    “Emozionarsi”, soprattutto quando l’emozione è spiacevole, a volte fa paura e questo genera ulteriore rabbia o addirittura sensi di colpa come se ci si dovesse vergognare di ciò che viviamo. Spesso quindi siamo portati a distogliere lo sguardo da ciò che sentiamo o addirittura spegnere quelle emozioni che creano sofferenza.

    Le emozioni spiacevoli sono utili perché sono un CAMPANELLO D’ALLARME che ci segnala che c’è qualcosa che non va a cui dare attenzione. È necessario ASCOLTARE COSA LE NOSTRE EMOZIONI VOGLIONO DIRCI. Evitando di ascoltare le nostre emozioni celiamo a noi stessi una parte di noi.

    Ogni emozione è utile se impiegata bene. La rabbia se usata come uno strumento per sentirci completi, ci fornisce quell’energia utile per agire, mettendo in moto il nostro corpo e la nostra emotività e compiere delle azioni, ci permette di essere efficaci nel proteggere i nostri bisogni e desideri. Si parla quindi di assertività quando usiamo la rabbia efficacemente e non in maniera sterile o distruttiva per noi o per gli altri.

    La paura invece ci aiuta ad affrontare correttamente i pericoli, la tristezza ci permette di avere cura delle nostre fragilità e di accogliere la nostra umanità.

    Se non permettiamo a ciascun petalo di esprimersi non ci diamo la possibilità di essere persone complete.

    Le emozioni bloccate, inoltre, dovranno comunque trovare altre strade per manifestarsi e lo faranno a questo punto in modo meno consapevole. Cresceranno quindi dentro di noi in modo incontrollato le radici delle emozioni inascoltate, rubando nutrimento alle altre radici.  Questo genererà sofferenze incomprensibili e i sintomi più vari, da quelli psicosomatici, all’ansia, alla depressione ecc.

    È quindi importante permettersi di entrare in contatto con ciascuna emozione e con quelle parti di noi che ad un primo impatto potrebbero farci più paura o farci sentire confusi o persi. Questo ci permetterà di sentirci efficaci nel costruire la nostra personalità e felicità, accogliendo quindi tutte le richieste e i bisogni che arrivano da dentro noi stessi.

    Articolo a cura della Dott.ssa Silvia Ceccato psicologa che offre uno spazio di ascolto ed orientamento in farmacia per chiunque si trovi in situazioni di difficoltà o che desideri avere risposte adeguate a problematiche di natura psicologica o relazionale.

    La psicologa sarà presente in farmacia indicativamente il pomeriggio del lunedì e del mercoledì dalle 16:30 alle 19:00 su appuntamento. La consulenza si struttura in un primo incontro gratuito.